Infiammazione del tendine d’Achille: qual è il miglior trattamento?

L’infiammazione al tendine d’Achille è una patologia caratterizzata principalmente da dolore al tallone, gonfiore e forti limitazioni funzionali. Tende a colpire specialmente i corridori ma anche chi ha uno stile di vita più sedentario. Il trattamento fisioterapico è fondamentale fin dall’inizio per risolvere il problema prima che possano insorgere complicazioni tali da compromettere anche le più normali attività quotidiane del paziente.

Ne abbiamo parlato con il dottor Patricio Spallarossa, fisioterapista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Monza.

Che cos’è il tendine d’Achille?

È il tendine più grande e forte del corpo umano. È formato dall’unione di tre muscoli (gastrocnemio mediale e laterale, soleo) che si trovano nella parte posteriore e inferiore del polpaccio, ed il più lungo e quindi più “vulnerabile” (come ci insegna la mitologia) perché è costretto a sopportare più carico rispetto ai tendini in altre parti del corpo. Inoltre è il tendine che – durante il cammino, la corsa o anche durante balzi inseriti in attività sportive o fisiche – trasmette e sopporta tutta l’energia e il peso del nostro corpo. 

Che cos’è l’infiammazione del tendine d’Achille?

È una condizione che può causare dolore, gonfiore e debolezza al tendine d’Achille, quello che unisce l’osso del tallone ai muscoli del polpaccio. La causa esatta di questa condizione è sconosciuta. Tuttavia, si pensa che sia causata da uno stress ripetuto sul tendine che può portare all’indebolimento e allo sfilacciamento delle fibre tendinee.

Esistono diversi fattori che possono influenzare il carico che viene sottoposto al tendine. Età, sesso, peso, diabete, muscoli del polpaccio tesi o deboli, articolazioni rigide della caviglia, del ginocchio o del piede, o esercizio fisico con carichi eccessivi per il livello proprio di allenamento.

Quali sono i sintomi di un’infiammazione al tendine d’Achille?

Il sintomo principale è un dolore nella parte posteriore del tendine che aumenta con il movimento. Altre caratteristiche di questa condizione comprendono:

–   Gonfiore

–   Ridotta mobilità

–   Rigidità (specialmente al mattino dopo aver dormito)

–   Dolore durante la palpazione

– Impossibilità a camminare o a correre (nei casi più gravi)

Come viene diagnosticata l’infiammazione al tendine d’Achille?

La diagnosi avviene dopo un esame fisico del paziente. In caso di dubbi, lo specialista può richiedere ulteriori indagini strumentali come un’ecografia, per valutare eventuali lesioni di carattere tendineo o legamentoso; una risonanza magnetica, per avere una visione migliore delle strutture articolari, tendinee e cartilaginee del piede e quindi del tallone; o anche una radiografia, per capire se sono presenti delle lesioni ossee.

Come viene trattata l’infiammazione al tendine d’Achille?

Il trattamento della Tendinite Achillea può prevedere – nei casi più semplici – la semplice dotazione di talloniere in gel da mettere nelle calzature in modo da mettere a riposo l’articolazione della caviglia e a detensionare il tendine stesso. 

Nei quadri più complessi, invece, si può ricorrere, sotto indicazione medica, sia a terapie farmacologiche che – come terapia di elezione – a terapie riabilitative; ad un trattamento manuale o ad un esercizio terapeutico, con l’obiettivo di ridurre il dolore e guadagnare articolarità e capacità di controllo del movimento. 

Inoltre – in abbinamento alla terapia manuale e all’esercizio – può essere utile unire anche l’azione di alcune terapie fisiche, le principali a cui si può ricorrere sono:

  • Tecarterapia
  • Onde d’Urto radiali
  • Onde d’Urto focali (soprattutto se in presenza di calcificazioni tendinee)

Se la condizione è “ripetitiva”, ovvero siamo soggetti frequentemente a questo tipo di problema, possiamo intervenire con la confezione di un plantare o un supporto propriocettivo di arto inferiore, come ad esempio il plantare Formhtotics, in grado di correggere l’appoggio del piede a terra. 

Altri “rimedi casalinghi”, come l’applicazione di ghiaccio o anche di calore esterno (come gli impacchi di acqua calda) invece stanno rapidamente perdendo di validità scientifica. 

Un semplice protocollo e trucco mentale che si può utilizzare per indirizzarsi verso una corretta gestione del problema è:

P = Proteggi (eventualmente con un tutore o un bendaggio)

E = Eleva (per evitare edemi o gonfiori locali)

A = Astieniti dall’usare Anti-Infiammatori (se proprio non indispensabili, e per il minor tempo possibile)

C = Comprimi (con una benda, una cavigliera elastica, un bendaggio all’ossido di zinco)

E = Educa (al movimento corretto, all’esercizio corretto)

&

L = Load (carica progressivamente, cercando di tornare presto in piedi)

O = Ottimismo (perché la condizione è temporanea) 

V = Vascolarizza (anche con Terapie Fisiche, tra cui le Onde d’Urto Radiali o la Tecarterapia)

E = Esercizio (guidato, da un fisioterapista, con carichi e difficoltà progressive)

Quanto dura il trattamento?

Il tempo di “guarigione” è sempre molto soggettivo e dipende da molti fattori, tra cui la tempestività in cui si è intervenuti, il grado di dolore e la limitazione al movimento iniziale. 

in casi molto lievi si può sperare di essere senza dolore in 7-10 giorni di riposo, mentre in casi più gravi bisogna valutare una astensione da attività fisiche o sportive di almeno 30-45 giorni

Quando è meglio intervenire?

Subito, anzi prima. La tendinite del Tendine d’Achille è una condizione che spesso si presenta d’estate, dove naturalmente ci sottoponiamo a sforzi più intensi (come una camminata in montagna, o una corsa improvvisata di allenamento) soprattutto senza adeguata preparazione. 

È utile quindi prevenire il problema, con un buon livello di attività fisica costante. 

E – se proprio deve capitare – al primo segnale di dolore è il caso di intervenire, per evitare lesioni più importanti. 

Dopo quanto potrò riprendere a fare sport?

Deve essere valutata la gravità del problema. In caso di tendiniti molto lievi e seguendo tutte le indicazioni date dallo specialista, in 10-15 giorni si può riprendere a pieno regime qualsiasi attività fisica; in casi più gravi o dove il dolore è più resistente e l’impotenza funzionale è più marcata, bisogna valutare di fermarsi per 45-60 giorni e poi riprendere gradualmente.

Fisioterapista
Dr. Patricio Spallarossa

Sedi

Humanitas Medical Care
Monza
Via Sant'Andrea, 25, 20900 Monza, MB, Italia
I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici