La balbuzie, la difficoltà a parlare da cui si può guarire in sei mesi

La balbuzie è il disturbo per cui una persona non riesce a pronunciare le parole e ad articolare le frasi in modo fluido, continuo. La prima consonante appare spesso come un ostacolo difficile da sormontare, viene ripetuta più volte nel tentativo di esprimere quello che si vuole dire, obiettivo non sempre facile da raggiungere.

La buona notizia è che da questo disturbo si può guarire, come sottolinea la dottoressa Dora Siervo, psicoterapeuta e specialista della cura della balbuzie, che svolge la sua attività di diagnosi e cura in Humanitas Medical Care di Bergamo.

Dottoressa Siervo, cominciamo dall’inizio: che cos’è, nello specifico, la balbuzie?

«Dal punto di vista fisiologico, la balbuzie è la condizione per cui una persona “va in apnea”, cioè inspira aria e quando è il momento di espellerla per emettere i suoni propri del linguaggio si blocca perché le corde vocali si “chiudono”, come se ci fosse un sasso in gola che impedisce il corretto fluire dell’aria».

Quindi è una questione meccanica, che riguarda semplicemente il non corretto passaggio dell’aria attraverso le corde vocali?

«Questo è quello che accade dal punto di vista fisico. Ma è indubbio che il fatto che il respiro non sia regolare dipenda anche da fattori psicologici: sono stressato, preoccupato, agitato e per questo non riesco a controllare il passaggio dell’aria tra le corde vocali e questo mi provoca la balbuzie. Quello che non è del tutto chiaro, però, è se questo aspetto “mentale” sia una conseguenza della difficoltà già esistente o se, al contrario, ne sia esso stesso la causa… SI può in definitiva dire che ci sia una convivenza di fattori fisiologici – tra cui oggi viene sempre più inserito il cosiddetto “disturbo del linguaggio” – e psicologici».

La balbuzie può essere tardiva e svilupparsi in età adulta o è una condizione che sorge necessariamentefin da quando si è bambini?

«Sorge in età evolutiva e colpisce soprattutto la popolazione maschile. Si può evidenziare fin dai 3 anni di età, anche se fino ai 6 anni non è possibile giungere a una diagnosi precisa di balbuzie. Prima di questa età si può intervenire solo in modalità preventiva, insegnando ai bambini più piccoli come si respira in modo corretto, anche attraverso disegni, giochi ed esercizi adatti a quell’età. Dai 6 anni in poi, invece, è possibile procedere con il trattamento anti balbuzie, con cui è possibile eliminare del tutto questo problema».

In che cosa consiste il trattamento e qual è la sua durata?

«Il trattamento ha una durata di sei mesi e prevede un incontro alla settimana di circa 45 minuti con il medico specialista. È basato sul raggiungimento di vari step. Si comincia con la lettura di varie parole, intervallata da un’emissione di aria che viene progressivamente intensificata. Poi si passa a una lettura più strutturata, di testi di una certa lunghezza di cui poi viene fatto un riassunto, per associare lo strumento della lettura all’azione del parlato. Lo step successivo è quello della conversazione, finalizzato a rendere la comunicazione sempre più fluente. Quando si è raggiunto questo obiettivo si conclude il percorso con prove ed esercizi più difficili – come ad esempio il parlare al telefono – commisurati alla competenza acquisita durante tutto il percorso».

È sufficiente un supporto medico di tipo, diciamo così, “meccanico” o serve anche un supporto psicologico?

«È fondamentale che ci sia anche un aiuto di tipo psicologico. Le persone che presentano problemi di questo tipo hanno bisogno di essere tranquillizzate, devono riuscire a concentrarsi senza problemi per organizzare il proprio pensiero prima di parlare. Devono imparare a parlare con lentezza, scandendo bene le parole senza avere paura di interrompersi».

Che cosa accade dopo i sei mesi? La guarigione è assicurata?

«Dopo il trattamento si riesce a ottenere un eloquio fluente e la balbuzie scompare. Perché ciò accada è però molto importante che il paziente metta in campo la giusta motivazione per raggiungere il risultato finale. È fondamentale, da questo punto di vista, seguire le indicazioni dello specialista, con continuità e determinazione. È come quando si frequenta una palestra: se ci si va una volta all’anno non si possono raggiungere risultati come quando ci si va ogni settimana…».

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