La colonscopia non deve spaventare

La colonscopia è un esame largamente utilizzato per diagnosticare con precisione le patologie dell’intestino crasso e come metodo d’intervento diretto per l’asportazione di polipi. È quindi uno strumento estremamente utile nella prevenzione del tumore del colon.

Recentemente qualche centro specialistico ha iniziato a effettuate le colonscopie virtuali, cioè TAC ad alta risoluzione che sono in grado di individuare lesioni intorno o superiori al centimetro. Questa tecnica, però, è utile solo come strumento diagnostico e non come strumento operativo.

Per saperne di più su questo esame, ci siamo rivolti al dottor Paolo Omodei, gastroenterologo in Humanitas.

In che cosa consiste la colonscopia?

La colonscopia è un esame invasivo che consiste nell’introduzione attraverso l’orifizio anale di una sonda flessibile del diametro variabile (ma non superiore a un centimetro e mezzo) sulla cui estremità sono applicate delle fibre ottiche che trasmettono le immagini a video. Questa sonda viene fatta risalire lungo tutto il grosso intestino e permette di esaminarne le pareti interne. “Si tratta di un esame generalmente ben sopportato dai pazienti, perché si svolge con un minimo di sedazione attraverso farmaci iniettati in endovena. L’eventuale fastidio può derivare dalla distensione delle pareti dell’intestino, che viene determinata dall’introduzione di aria attraverso un canale dello strumento”, spiega lo specialista.

A che cosa serve la colonscopia?

Questo esame è utile per esaminare le pareti del grande intestino (crasso) ed effettuare diagnosi su qualunque problema connesso a disturbi intestinali come, per esempio, dolori addominali che non sono spiegabili, stitichezza improvvisa, diarrea di lunga durata, perdite di sangue attraverso il retto. “Tuttavia, la colonscopia non è utilizzata soltanto per effettuare diagnosi sulle malattie del colon, ma permette anche di essere operativi, qualora sia necessario effettuare biopsie per meglio definire la diagnosi oppure si debbano asportare polipi, formazioni precancerose”, precisa il dottore.

È prevista una preparazione per affrontare questo esame?

“Poiché nel corso della colonscopia può rendersi necessario procedere con una biopsia o con l’asportazione di polipi – spiega Omodei – è bene che il paziente si sottoponga a esami della coagulazione al fine di ridurre al minimo il rischio di emorragie”.

E aggiunge: “Esiste, poi, una preparazione specifica a questo esame: innanzitutto viene prescritta una dieta, da iniziare quattro giorni prima dell’esecuzione della colonscopia, che prevede la riduzione e la successiva eliminazione delle fibre (frutta e verdura). Per rendere la prova attendibile ed evitare il rischio di false diagnosi, il giorno precedente il paziente deve assumere lassativi per la pulizia dell’intestino e introdurre nel corpo solo liquidi”.

Possono verificarsi delle complicanze a seguito di questo esame?

Il rischio di complicanze è minimo e, comunque, dipende anche dalla situazione intestinale del paziente (ad esempio la presenza di diverticoli). Raramente si può verificare l’accidentale perforazione intestinale, cioè la fuoriuscita dello strumento dalle pareti dell’intestino, eventualità che rende necessario l’immediato intervento del chirurgo. “Un’altra complicanza, meno seria, è il sanguinamento legato alla manovra stessa nel corso di biopsie o asportazione di polipi. In questo caso, attraverso tecniche particolari, si arresta l’emorragia nel corso della colonscopia stessa”, chiarisce il dottore.

Qual è il decorso post esame?

In genere il paziente viene dimesso nel giro di un’ora dopo l’esame; gli viene vietato di guidare l’auto per le dodici ore successive, a causa della sedazione, ma può riprendere immediatamente a svolgere tutte le attività quotidiane.

“Qualora abbia subito l’asportazione di un polipo,  non deve assumere frutta e verdura per almeno cinque giorni, perché le fibre in esse contenute possono formare una massa fecale importante e causare la rimozione prematura della crosta che viene a formarsi in sede. Se, invece, si deve asportare un polipo di grosse dimensioni, il paziente viene solitamente trattenuto in ospedale in regime di day hospital, oppure in regime di ricovero, trascorrendo una notte sotto osservazione”, conclude il dottor Omodei.

 

 

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