L’aneurisma, un nemico subdolo e silente

L’aneurisma è una patologia insidiosa e poco conosciuta; si stima che essa abbia un’incidenza media di 10-15 nuovi casi all’anno ogni centomila abitanti.

Vediamo quindi che cos’è un aneurisma, quali sono le cause e se esistono rimedi.

L’aneurisma, quando si rompe, provoca un vero e proprio “scoppio” della bolla che si era precedentemente formata sulla parete di un’arteria nascosta all’interno del cranio.

Ne abbiamo parlato con il Professor Riccardo Rodriguez y Baena, Senior Consultant dell’Unità Operativa di Neurochirurgia presso l’Istituto Clinico Humanitas.

Che cos’è l’aneurisma cerebrale?

Vi sono due tipi di aneurismi:

  • aneurismi cerebrali;
  • aneurismi addominali e toracici.

Gli aneurismi cerebrali hanno spesso un’origine congenita e una morfologia sacciforme determinata dallo sfiancamento della parete dell’arteria.

L’aneurisma cerebrale può essere considerato una variante anatomica che non provoca alcun disturbo ed è diffuso nell’8-10% della popolazione.

Questo tipo di aneurisma non presenta i classici sintomi clinici evidenti e, per questo motivo, fino ad alcuni decenni fa era individuabile con grande difficoltà.

A seguito di un’emorragia provocata dalla rottura di un aneurisma cerebrale, circa un terzo dei pazienti decede o resta invalido allo stato vegetativo, un terzo presentano un recupero parziale, con disturbi neurologici non invalidanti e un terzo raggiunge un recupero praticamente completo.

Oggi, grazie alle tecniche diagnostiche e alle metodiche operatorie messe a disposizione dalla microchirurgia, la mortalità chirurgica si attesta sull’1-3%.

Tuttavia, in alcuni casi l’emorragia è fulminea, risultando fatale.

Segnali di un possibile aneurisma

La chirurgia svolge un importante ruolo preventivo in questa patologia.

Il chirurgo non è in grado di curare il danno istantaneo provocato dall’emorragia ma può evitare una seconda emorragia, solitamente fatale.

I risultati migliori possono essere ottenuti intervenendo preventivamente su quella percentuale di popolazione portatrice di aneurisma cerebrale a rischio di rottura.

Dopo che l’aneurisma è stato individuato, è molto difficile stabilire con certezza se esso evolverà, con il tempo, verso la rottura.

L’emorragia da aneurisma, di solito, si presenta come un mal di testa improvviso, simile a una pugnalata dietro la nuca, ed è preceduta da episodi analoghi di minore intensità.

Tali segnali non devono però essere sottovalutati perché spesso sono riconducibili ad allarmanti micro-sanguinamenti.

Microchirurgia mininvasiva

L’intervento chirurgico dell’aneurisma cerebrale è effettuato grazie a un microscopio operatorio, diminuendo, così, il rischio di provocare danni alle strutture cerebrali circostanti.

L’intervento consiste nel posizionare una microclip permanente di titanio tangenzialmente all’arteria, in modo tale da escludere e isolare il sacco dell’aneurisma senza interferire con le arterie circostanti.

Questo intervento è reso possibile grazie ai nuovi strumenti medici come la TAC spirale con ricostruzione tridimensionale dell’immagine e l’angiorisonanza magnetica.

In alternativa all’intervento chirurgico, in determinati casi è possibile trombizzare l’aneurisma, riempiendolo dall’interno con corpi estranei che facilitino la formazione di un trombo e lo escludano dall’arteria.

Tale approccio mininvasivo si pratica introducendo un sottile catetere attraverso l’arteria femorale.

Si tratta di una tecnica sicuramente più agevole rispetto a un intervento di microchirurgia e presenta il vantaggio di non necessitare, nella maggioranza dei casi, di un periodo di terapia intensiva post operatoria.

 

 

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