Long Covid, cosa succede ai nostri polmoni?

Si stima che circa il 13% delle persone che hanno avuto il COVID-19 abbia problemi a medio-lungo termine. Stanchezza, indebolimento, ma anche fatica e difficoltà a respirare correttamente. Negli ultimi tempi si è discusso molto di quello che viene definito Long Covid, ma cosa succede esattamente ai nostri polmoni e quali sono i sintomi?

Ne abbiamo parlato con il dottor Sebastian Ferri, pneumologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.

Quanto dura il COVID-19?

Nella maggior parte delle persone i sintomi migliorano in 4 settimane, tuttavia, in alcuni casi possono durare più a lungo, o se ne possono sviluppare di nuovi.

Cosa fa il SARS-COV-2 ai nostri polmoni?

I primi sintomi dell’infezione da SARS-CoV-2 si presentano in genere dopo 4-5 giorni dall’esposizione, e possono includere: febbre, tosse, cefalea, dolori articolari, perdita del gusto e dell’olfatto, e diarrea. Circa l’80% degli infetti sviluppa una forma di malattia lieve o moderata. Nel rimanente 20% dei casi severi, solo il 5% sviluppa una polmonite molto grave.

A livello polmonare l’infezione da SARS-COV-2 è responsabile di una polmonite interstiziale (polmonite COVID), la cui severità variabile può compromettere la respirazione e gli scambi gassosi fino a forme gravi di sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) che richiedono supporto esterno (ossigeno o ventilazione). Il danno polmonare è dovuto sia all’azione diretta che il virus ha sulle cellule del nostro organismo, sia all’eccessiva risposta del nostro organismo, definita come “tempesta delle citochine”.

Nelle forme più lievi, la guarigione si ha dopo 7-10 giorni e generalmente a livello polmonare non si evidenziano sequele, mentre nelle forme più severe e critiche di malattia il tempo di guarigione si allunga a 3 o persino 6 settimane, con una guarigione polmonare più lenta.

Cosa influenza il danno polmonare da COVID-19?

Il danno polmonare è la conseguenza di un’interazione tra diverse variabili e fattori. Quelli più rilevanti sono:

1.   Gravità della malattia: i casi più lievi hanno meno probabilità di causare “cicatrici” nel tessuto polmonare.

2.   Condizioni di salute precedenti: patologie esistenti, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattie oncologiche, stato di immunosoppressione o malattia autoimmuni, possono aumentare il rischio di forme gravi.

3.   Trattamento: il recupero del paziente e la salute dei suoi polmoni a lungo termine, dipendono dal rapido riconoscimento di una forma grave di malattia, dal tipo di assistenza ricevuta e dalla rapidità del trattamento.

Il danno polmonare COVID-19 è reversibile?

Il danno polmonare da COVID è generalmente reversibile ma la guarigione può avvenire in tempi anche lunghi. Nei casi più severi di malattia, che hanno richiesto ricovero in terapia intensiva o un lungo periodo di supporto ventilatorio, soprattutto in uomini anziani con pregresse patologie, si è documentato un incremento del 20% dello sviluppo di fibrosi polmonare è un’alterazione grave e irreversibile del parenchima polmonare. Tale alterazione tuttavia rimane rara, con meccanismi di genesi ancora non completamente compresi e con quadri variabili di estensione e gravità.

Cosa si intende per Long Covid?

I sintomi che si presentano dopo la guarigione di un caso confermato o sospetto di COVID-19 possono essere distinti in “post-COVID” e “long-COVID”. I sintomi post-COVID possono durare tra le 3 e le 12 settimane. Il Long-COVID è invece definito dalla persistenza di sintomi oltre le 12 settimane. I sintomi possono essere di varia natura, persistentemente presenti o intermittenti. Può esservi un solo sintomo (es. dispnea) o più sintomi contemporaneamente. Talora i sintomi riscontrati nel post e lungo COVID possono essere differenti rispetto a quelli presentati in corso di infezione.

Quali sono gli effetti a lungo termine che potrebbe avere il COVID-19 sui nostri polmoni?

L’infezione da SARS-COV-2, soprattutto nelle sue forme più severe di polmonite COVID, presenta diverse complicazioni polmonari che, benché rare, possono variare da tosse cronica a fibrosi polmonare. In genere, come riportato precedentemente, quanto maggiore è la severità di malattia, la durata e la necessità di supporto, tanto maggiore è il rischio di presentare alterazioni polmonari a medio e lungo termine. Tra questi, quelli più frequentemente riportati sono la fibrosi polmonare; le bronchiectasie e le alterazioni vascolari del distretto polmonare. A tali alterazioni si può associare la presenza di dispnea (come sensazione di fiato corto o difficoltà a respirare), tosse o persistenza di insufficienza respiratoria con necessità di proseguire ossigenoterapia.

Quali sono i sintomi del Long Covid?

I sintomi respiratori sono quelli che dominano sia in fase acuta sia che a lungo termine. I più comuni sono dispnea da sforzo e affaticamento. Altri segnali includono:

–   Fatica

–   Tosse

–   Oppressione toracica

–   Palpitazioni

–   Affanno

–   Persistente perdita dell’olfatto o del gusto

–   Dolori muscolari e articolari

–   Problemi di sonno

–   Ansia e perdita di concentrazione

Gli esatti meccanismi responsabili della genesi di questi sintomi non sono ancora chiari. Probabilmente possono dipendere sia da un danno diretto del virus a organi o apparati, che ad una sindrome post-virale o post-ricovero.

A chi consiglia di rivolgersi ad uno specialista?

La valutazione clinica specialistica è consigliata qualora dopo la guarigione da COVID si evidenzino ancora disturbi che possano inficiare in maniera significativa la qualità della vita o lo stato di salute. Scopo del clinico è quello di valutare eventuali danni d’organo con i dovuti approfondimenti clinici (come ad esempio la spirometria) e/o terapie specifiche.

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Dott. Sebastian Ferri
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