Mani in salute: i consigli per gli sportivi del dottor Giorgio Pivato

Tutti gli sport coinvolgono, seppur in modi differenti, anche le mani: dal calcio al tennis, dall’arrampicata alla bicicletta, solo per citarne alcuni, chi fa sport rischia di incorrere in traumi o infiammazioni.

Ne parla il dottor Giorgio Pivato, Chirurgo della mano e Microchirurgia Ricostruttiva in Humanitas Medical Care.

I disturbi più diffusi?

“Chi pedala per diverse ore in bicicletta sottopone le mani ad una tensione dovuta principalmente alla postura prolungata nel tempo: nel loro caso sono frequenti tendini come il ‘dito a scatto’, dovuto all’infiammazione dei tendini flessori”, ha spiegato Pivato.

Chi pratica basket e pallavolo, invece, “come accade in tutti gli sport di palla è più a rischio di traumi: immaginate la potenza con cui un giocatore  riceve un passaggio o una schiacciata di un pallone da oltre 2 kg a 50-60 km/h. Per loro sono diffuse le distorsioni e le lesioni ai legamenti o nei casi più gravi anche fratture delle falangi e dei metacarpi”.

Nel tennis come nel ciclismo, le patologie sono per lo più infiammazioni dovute ad una postura che viene tenuta per diverso tempo dal giocatore, “inoltre sorreggendo la racchetta, come nel caso del noto ‘gomito del tennista’ ovvero l’epicondilite.

Diverso è poi il caso di chi pratica climbing e arrampicata sportiva

“Sicuramente il climbing è uno sport che sottopone a un grande sforzo le mani: il 91% degli infortuni in questo coinvolge gli arti superiori, di cui il 70% le mani – ha spiegato il medico -. Le mani reggono il peso del corpo anche con poche dita.Ovviamente serve una buona preparazione: le statistiche hanno dimostrato che più un atleta è preparato, meno rischi corre e si verificano meno infortuni” che in questo possono colpire “ossa, tendini, legamenti, vasi , nervi e le culeggie in particolare”, una componente anatomica della mano che serve a sorreggere i tendini e a tenerli ben ancorati alle ossa.

“Quando si rompono – avverte Pivato – si sente uno stacco forte e dolore, il dito poi si arrossa e si forma un ematoma. Altre lesioni che colpiscono chi arrampica sono poi infiammazioni muscolari o tendiniti.

Sensazione di formicolio e gonfiore durante la corsa, sono preoccupanti?

Non sono sintomi preoccupanti, se si manifestano solo durante la corsa: il formico è dovuto ad un fattore neurologico, quindi riguarda i nervi, che potrebbero essere schiacciati durante il movimento e la postura della corsa.Il gonfiore è tipica dell’effetto gravitario,anche in questo caso a causa della posizione delle braccia. Se queste sensazioni rimangono a lungo anche dopo la corsa è meglio un visita e un approfondimento diagnostico.

Come defaticare le mani dopo uno sforzo?

Un buon defaticante sono le vibrazioni perché aumentano la vascolarizzazione, riduce la produzione di acido lattico e aumenta l’elasticità dei tessuti. Anche il freddo aiuta purché sia in movimento, (quindi non il ghiaccio), puo servire ad esempio mettere le lenticchie fredde da frigorifero e muovere le mani e le dita all’interno, oppure bendare le mani dopo sforzi con bendaggi e tutori creati ad hoc e su misura da indossare durante la notte per mettere le dita in scarico.

Cosa fare in caso di trauma? 

Innanzitutto fermarsi e capire la gravità, alcune situazioni sono più lampanti, ad esempio in una distorsione o una lussazione vediamo le dita storte, e bisogna rivolgersi subito ad uno specialista per capire quali parti anatomiche della mano sono rimaste coinvolte. Inoltre, bisogna assolutamente evitare di lavorarci sopra.

Le terapie, sempre più all’avanguardia

La ricerca e la tecnologia hanno portato a sviluppare terapie sempre migliori e abbiamo imparato a trattare i traumi in modo meno invasivo possibile, anche con una chirurgia mini-invasiva, appunto, con cui si riesce a recuperare nei tempi più veloci possibili.

Un tempo erano d’obbligo lunghi periodi di immobilizzazione, oggi possiamo farlo con gessi interni che permettono guarigioni più veloci grazie a chirurgie mini-invasive gessi ‘interni’.

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