“Mi è venuta una sincope”, cosa significa esattamente?

Il termine sincope è entrato nel linguaggio comune come modo di dire – “mi è venuta una sincope” – ma pochi sanno di cosa si tratta realmente, quali sono le cause e i sintomi. 

In linea generale, quando non si associa a cardiopatia, la sincope ha una prognosi benigna e dunque non impatta in modo significativo sulla prospettiva di vita, né aumenta il rischio di sviluppare altre malattie nel soggetto che la sperimenta; nel paziente con cardiopatia nota o sospetta, invece, rappresenta un importante sintomo da tenere in considerazione, potenzialmente premonitore di un evento grave.

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Gina Biasillo, cardiologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Monza.

Che cos’è la sincope?

La sincope è una transitoria perdita di coscienza dovuta a una riduzione dell’afflusso di sangue al cervello, ed è caratterizzata da un esordio rapido, una durata breve e un recupero spontaneo e completo. 

Vi sono diverse tipologie di sincope, distinte in base alla causa che comporta la riduzione dell’afflusso di sangue al cervello.

Vi sono sincopi neuromediate, ortostatiche, cardiache; oltre a queste vi sono altre forme di perdita di coscienza, reale o apparente, a volte diagnosticate impropriamente come sincopi.

  • La sincope neuromediata è la forma più comune, ed è legata al transitorio “malfunzionamento” di quella parte del sistema nervoso preposto alla regolazione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa; può essere scatenata da vari fattori, come: una forte emozione (ad esempio la vista del sangue, paura), lo stazionamento in piedi per un lungo periodo, determinate situazioni come defecazione, minzione, tosse e starnuti, oppure dalla stimolazione del seno carotideo (una regione del collo in prossimità dell’arteria carotide). La sincope neuromediata ha tuttavia una prognosi generalmente benigna.
  • La sincope ortostatica è legata all’incapacità del sistema nervoso di mantenere livelli di pressione adeguata quando il soggetto è in piedi; può essere causata da patologie che coinvolgono il sistema nervoso autonomo (ad esempio malattia di Parkinson, diabete mellito), da alcuni farmaci e da un riduzione dei liquidi circolanti (ad esempio disidratazione). Questo tipo di sincope è più frequente nelle persone anziane, in terapia con farmaci diuretici, vasodilatatori o antidepressivi; anch’essa ha una prognosi generalmente benigna, ma può essere causa di traumi, le cui conseguenze possono anche essere rilevanti soprattutto nelle persone anziane.
  • La sincope cardiaca si verifica quando il cuore non riesce a pompare la quantità di sangue necessaria a garantire la perfusione cerebrale, ovvero il corretto apporto di sangue al cervello. La cause possono essere legate alla presenza di aritmie, ovvero anomalie del ritmo cardiaco (una patologica riduzione o un eccessivo aumento dei battiti cardiaci) o alla presenza di anomalie strutturali del muscolo cardiaco (danno ischemico, ipertrofia), delle valvole cardiache (stenosi aortica, disfunzione di valvole protesiche), delle arterie coronarie, dei vasi polmonari (embolia polmonare, ipertensione polmonare), del pericardio (versamento pericardico, tamponamento cardiaco) o alla presenza di masse all’interno del cuore (neoplasie, mixoma).

La sincope cardiaca è naturalmente più frequente nei pazienti cardiopatici; in alcune più rare circostanze anche soggetti senza anomalie cardiache possono sperimentare una sincope cardiaca.

Quali sono i campanelli d’allarme e quando è necessario rivolgersi a uno specialista?

Il corretto inquadramento di un evento sincopale richiede l’interazione di diverse figure cliniche, ciascuna con le proprie competenze: il medico di pronto soccorso, il medico di medicina generale e lo specialista, in particolare il cardiologo.

La visita cardiologica comprensiva di ECG (elettrocardiogramma) è importante nel corretto inquadramento di un evento caratterizzato da perdita di coscienza.

In alcuni casi particolari esistono alcuni campanelli d’allarme che non devono essere sottovalutati. In queste circostanze il ruolo dello specialista cardiologo, e dunque il ricorso ad una visita cardiologica con ECG, diventa ancora più importante nella valutazione e nella gestione del paziente con sincope.

In un soggetto cardiopatico la sincope può essere il sintomo premonitore di un evento grave; è fondamentale dunque che un paziente con cardiopatia nota che sperimenti un evento sincopale avverta il proprio medico ed esegua quanto prima una visita cardiologica con ECG.

È molto importante che si sottopongano a una visita cardiologica con ECG anche soggetti che sperimentino un evento sincopale e abbiano casi di morte improvvisa in età precoce tra i propri familiari.

Altri campanelli d’allarme sono sintomi che eventualmente abbiano preceduto o accompagnato la sincope, in particolare dolore toracico, cefalea, dispnea di nuova insorgenza, comparsa improvvisa di palpitazioni

La sincope che insorge in posizione seduta o da sdraiati, o durante esercizio fisico, è più frequentemente determinata da una causa cardiaca.

Come avviene la diagnosi?

Le sincopi cardiache, se non riconosciute e trattate adeguatamente, si associano a una prognosi non favorevole. D’altra parte è importante considerare come la diagnosi e il trattamento della sincope abbiano avuto importanti avanzamenti.

Lo specialista cardiologo, nell’ambito di una visita cardiologica comprensiva di ECG, raccoglie informazioni circa la storia clinica del paziente, la familiarità per malattie cardiovascolari, i farmaci eventualmente assunti, le circostanze in cui l’evento sincopale si è verificato; procede poi all’esame clinico, alla valutazione della pressione arteriosa e alla registrazione e valutazione dell’ECG.

Sulla base di quanto emerge da questa valutazione lo specialista può indicare approfondimenti di tipo laboratoristico (esami del sangue e/o delle urine) o strumentale e indicare i trattamenti o le misure più appropriate da intraprendere.

Tra gli esami strumentali i più importanti nell’inquadramento diagnostico del paziente con sincope sono:

  • Ecocardiogramma color Doppler, che permette di rilevare eventuali anomalie strutturali nel muscolo cardiaco, nelle valvole, nel pericardio o nei grossi vasi;
  • Monitoraggio elettrocardiografico secondo Holter, che permette di valutare il ritmo cardiaco per 24, 48, 72 ore o anche oltre, laddove vi sia il sospetto di una sincope legata ad disturbo del ritmo;
  • Tilt test, che, attraverso un lettino inclinato, mira a riprodurre in laboratorio le condizioni responsabili di una sincope neuromediata, con costante monitoraggio di pressione arteriosa e frequenza cardiaca;
  • Doppler arterioso dei tronchi sovra-aortici, che valuta la presenza di eventuali placche nelle arterie carotidi, che possano costituire una limitazione dell’afflusso di sangue al cervello.

Vi sono poi accertamenti ed esami riservati a casi selezionati, in particolare:

  • Impianto di un loop recorder, un piccolo registratore elettrocardiografico applicato sotto la cute, in grado di monitorare il ritmo cardiaco fino a diversi mesi;
  • Studio elettrofisiologico, esame generalmente eseguito in regime di ricovero, che mira a valutare il funzionamento del sistema elettrico del cuore attraverso dei cateteri che, inseriti dalle vene, raggiungono il cuore, dove vanno a registrare i segnali elettrici.
Cardiologia
Dott.ssa Gina Biasillo
Visite ed Esami
Visita cardiologica

Sedi

Humanitas Medical Care
Monza
Via Sant'Andrea, 25, 20900 Monza, MB, Italia
I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici