Mio figlio ha sbattuto la testa, cosa faccio?

Si sa, i bambini sono imprevedibili e spesso basta distrarsi un attimo perché si facciano male. Possono cadere dal fasciatoio, dal lettino, persino dal seggiolone, e sbattere la testa. Quando è il caso di preoccuparsi? E cosa bisogna fare?

Ne abbiamo parlato con il dottor Michele Perini, neurologo presso il Centro Humanitas Medical Care di Domodossola a Milano, per chiedere qualche consiglio.

Quali conseguenze può subire un bambino che prende una botta in testa?

Le conseguenze di un trauma cranico lieve, oltre alla contusione e a un ematoma superficiale (nel punto dove è avvenuto l’impatto), sono per lo più dovute alla possibilità della formazione di un ematoma intracranico, specie all’interno delle meningi, le tre pellicole che avvolgono il cervello (dall’esterno: dura, aracnoide e pia).

Possono cioè formarsi raccolte di sangue tra teca cranica (osso) e dura madre (la parte più esterna delle tre meningi), tra dura madre e aracnoide (una delle tre meningi) e all’interno dell’aracnoide.

Il meccanismo di formazione di tali raccolte di sangue può essere insidioso e avvenire in tre tempi: breve perdita di coscienza, periodo di completo benessere (chiamato intervallo libero) e nuovo rallentamento psicomotorio che può arrivare al coma. 

La formazione di un ematoma è più frequente in presenza di linee di frattura del cranio (da valutare radiologicamente) o in presenza dei segnali di attenzione.

Quando è bene preoccuparsi?

“Bisogna sempre considerare il trauma cranico con attenzione. Per prima cosa bisogna valutare se vi sono fattori che possono portare alla formazione di un’ emorragia endocranica per maggiore facilità a sanguinamento. 

Infatti, alcuni bambini, possono essere affetti da patologie che facilitano la perdita di sangue (come emofilia, leucemie, linfomi, assunzione di alcuni farmaci, ecc.) e quindi vanno valutati con particolare attenzione.

Un altro elemento fondamentale da tenere presente è la perdita di coscienza. Un pur breve momento di incoscienza con impossibilità a rispondere a chiamate, è un campanello di allarme importante per il meccanismo a tre tempi citato prima. 

Per altro un trauma cranico minore, senza perdita di coscienza, senza segnali di attenzione e senza fattori di rischio precedenti, è di per sé un evento senza particolari conseguenze.

Quali sono i segnali a cui stare attenti?

I segnali di attenzione da valutare con cura sono:

  1. Se c’è stata anche una brevissima perdita di coscienza (chiamato, il bambino non risponde).
  2. Se la ripresa non è veloce e il bambino rimane a lungo stordito, assente.
  3. Se ci sono vomito, vertigini persistenti, mal di testa perdurante nel tempo con rallentamento psicomotorio.

Non è il pianto ‘a dirotto’ da spavento che deve preoccupare, quanto,all’opposto, un rallentamento della normale vivacità del bambino.

Ospedale sì o no?

Da valutare un ricorso al Pronto Soccorso dell’ospedale solo se vi sono fattori di rischio per emorragia o la presenza di uno dei segnali di attenzione elencati in precedenza.

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Dott Michele Perini
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