Essere multitasking è davvero un pregio?

La parola multitasking ha iniziato a diffondersi nel nostro linguaggio quotidiano solo negli ultimi anni.

Il vocabolo è mutuato dall’informatica, dove per multitasking si intende la capacità di un sistema operativo di eseguire più programmi contemporaneamente.

Una persona è multitasking quando dimostra l’abilità di fare più cose nello stesso momento.

Ma si tratta di un’abilità che davvero vale la pena coltivare?

Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Paola Parisi, psicoterapeuta presso l’Istituto Clinico Humanitas.

Perché si fa di tutto per essere multitasking?

Il mondo moderno viaggia molto veloce.

Il lavoro, la propria vita, gli svaghi: tutto è concentrato in tempi troppo ristretti.

Per questo motivo, alcune persone hanno sviluppato è la capacità di fare più cose contemporaneamente.

Si dice che Napoleone usasse dettare dieci o dodici lettere alla volta, senza mai naturalmente perdere il filo. Purtroppo non tutti abbiamo il suo cervello e decisamente non viviamo nella stessa epoca.

Non appena completiamo un’attività, nel nostro cervello si ha una piacevole scarica di dopamina.

Questo presuppone quindi l’esigenza di frammentare e moltiplicare le proprie attività, così da goderne gli effetti.

Le conseguenze del multitasking

Non vogliamo qui elencare i comportamenti pericolosi legati al multitasking, come scrivere un messaggio mentre si guida o scattare un selfie in una posizione instabile e potenzialmente mortale.

Vogliamo invece discutere delle conseguenze sulla nostra psiche quando ci si abitua a gestire più attività nello stesso momento.

Facendolo, si tende a diventare più inclini all’ansia e alla depressione, si fatica a focalizzare i pensieri e a organizzare delle priorità.

Uno studio condotto dalla Stanford University e un altro condotto dalla University of London hanno evidenziato che si tende a perdere la capacità di filtrare le informazioni importanti, diventando, paradossalmente,  meno efficienti e più lenti.

Si verifica addirittura un calo del quoziente intellettivo, di ben 15 punti.

Le regole auree per non cadere nella trappola del multitasking

Per evitare dunque di subire più danni che benefici da questa cattiva abitudine, ecco alcuni consigli per resistere alla frenesia dei nostri tempi e reimparare a fare una cosa alla volta, ma al meglio delle nostre capacità:

  •       immaginare che i problemi siano piume posate sulla nostra mano. Sta solo a noi decidere di soffiarle via;
  •       organizzare delle to do list, cioè le liste di cose da fare, ordinandole per importanza e urgenza;
  •       concedersi del tempo per far riposare la mente. Trascorrere anche solo 20 minuti al giorno, lontani da computer e smartphone;
  •       passare del tempo con persone che ci rendono felici.

 

 

I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici