Quali esami fare per il bruciore di stomaco?

Il bruciore di stomaco è un disturbo che spesso insorge alla base dello sterno per poi irradiarsi fino all’esofago e alla faringe. Può essere caratterizzato da una sensazione più o meno accentuata di bruciore e può diventare anche molto fastidioso e invalidante.

Un episodio occasionale è normale, ma se soffri di bruciore di stomaco più volte alla settimana, dovresti consultare uno specialista che ti potrà consigliare alcuni esami di accertamento.

Ne abbiamo parlato con il dott. Marco Dal Fante, gastroenterologo presso l’ambulatorio di Humanitas Medical Care Murat a Milano.

A cosa sono dovuti i bruciori di stomaco?

Generalmente, la causa principale del bruciore di stomaco (o pirosi gastrica), è l’elevata assunzione di grassi, ma anche alcune cattive abitudini come la sedentarietà, il fumo o l’assunzione di troppa caffeina, possono irritare la mucosa dello stomaco, rendendola più sensibile agli acidi gastrici, a problemi digestivi e bruciore, così come alcuni farmaci antinfiammatori non steroidei.

Quali malattie possono essere associate al bruciore di stomaco?

Il bruciore di stomaco può essere il sintomo di diverse condizioni, come il reflusso gastroesofageo (o GERD), caratterizzato da pirosi (bruciore che sale dallo stomaco o dalla parte bassa del torace, fino alla gola) e da rigurgito

Altre condizioni che si possono associare a questo sintomo possono essere:

  • Angina pectoris
  • Coronaropatia
  • Ernia iatale
  • Esofagite
  • Gastrite
  • Indigestione
  • Infarto miocardico
  • Intolleranze alimentari
  • Iperparatiroidismo
  • Tumore allo stomaco
  • Ulcera gastrica
  • Ulcera peptica

Quali esami fare per il bruciore di stomaco?

Per diagnosticare e quindi individuare le cause di un bruciore di stomaco, lo specialista può consigliare una gastroscopia, un’indagine endoscopica eseguita tramite un piccolo tubo flessibile all’estremità del quale è montata una piccola telecamera (CCD) in grado di trasmettere su monitor le immagini dell’interno del tubo digerente, opportunamente illuminato mediante sottilissime fibre ottiche.

Durante questa procedura il medico può raccogliere dei campioni di tessuto (biopsie), effettuare procedure terapeutiche (come la dilatazione di un tratto ristretto, la rimozione di polipi), o il trattamento di sanguinamenti digestivi.

Come avviene una gastroscopia?

Il paziente viene fatto sdraiare (sul lato sinistro) su un lettino tenendo tra i denti un piccolo boccaglio che gli consente di tenere la bocca aperta senza mordere il gastroscopio (generalmente, prima dell’esame, viene utilizzato uno spray anestetico per intorpidire la gola). Successivamente, gli viene chiesto di deglutire in modo che il gastroscopio possa entrare nell’esofago, dopodiché lo strumento verrà spinto lentamente nello stomaco e poi nella prima parte del duodeno (durante l’esame verrà inoltre inserita aria per distendere i visceri da esaminare e potrà essere utilizzata dell’acqua per pulire le pareti).

Cosa si vede con la gastroscopia?

Utilizzando le immagini video, lo specialista esamina il rivestimento dell’esofago, dello stomaco e del duodeno per cercare arrossamenti e possibili segni di infiammazione, lesioni, o eventuali fonti di sanguinamento.

La gastroscopia viene utilizzata solo per indagare bruciore di stomaco?

No, la gastroscopia può essere utile anche nel caso di:

  • Nausea
  • Mal di stomaco
  • Problemi di deglutizione
  • Sospetto di cancro dell’esofago o dello stomaco
  • Controllo dopo un intervento chirurgico
Gastroenterologia ed Endoscopia
Dott. Marco Dal Fante
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