La malattia da reflusso gastroesofageo è una patologia causata dal passaggio anomalo di contenuto gastrico dallo stomaco verso l’esofago, attraverso lo sfintere esofageo inferiore (la zona di passaggio tra esofago e stomaco).
Questo reflusso, seppur fisiologico entro certi limiti, può irritare la mucosa esofagea, provocando una serie di sintomi fastidiosi. È considerata una condizione cronica e multifattoriale, correlata a fattori come sovrappeso, dieta scorretta, abitudini di vita e anomalie anatomiche o funzionali dell’esofago.
Ne parliamo con il dottor Paolo Omodei, gastroenterologo di Humanitas GastroCare.
Quali sono le cause del reflusso gastroesofageo?
La causa principale della malattia da reflusso gastroesofageo è solitamente il rilasciamento anomalo dello sfintere esofageo inferiore, la valvola che separa l’esofago dallo stomaco. Quando questa valvola non si chiude correttamente o rimane sempre “aperta” per anomalie anatomiche come l’ernia iatale, consente la risalita del contenuto gastrico nell’esofago.
Diversi fattori possono contribuire a questo malfunzionamento, come:
- sovrappeso o obesità
- alimentazione ricca di grassi
- fumo, alcol, caffè e cioccolato
- gravidanza, a causa dei cambiamenti ormonali e della pressione esercitata dall’utero
- ernia iatale, che altera l’anatomia della giunzione esofago-gastrica
- gastroparesi, condizione in cui lo stomaco si svuota più lentamente
- stress e ansia.
Inoltre alcuni farmaci, come calcioantagonisti, nitrati e FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) possono interferire con la motilità gastroesofagea.
Reflusso gastroesofageo: i sintomi
I sintomi del reflusso si distinguono in tipici e atipici. I due principali sintomi tipici sono:
- pirosi gastrica (bruciore retrosternale e nella zona centrale superiore dell’addome), che compare spesso dopo i pasti
- rigurgito acido o alimentare, con percezione del contenuto gastrico nella gola o in bocca.
I sintomi atipici o extraesofagei sono:
- Asma
- Difficoltà a digerire, nausea
- Dolore toracico (simile a quello di natura cardiaca)
- Insonnia
- Laringite cronica, tosse, raucedine, abbassamento della voce
- Otite media
- Sensazione di nodo alla gola con difficoltà di deglutizione
- Singhiozzo.
La frequenza e l’intensità dei sintomi variano: si parla di sintomi frequenti se presenti due o più volte alla settimana.
Come avviene la diagnosi di reflusso gastroesofageo?
In genere i sintomi caratteristici (bruciore dietro il petto e rigurgito acido in bocca) sono sufficienti per la diagnosi. Se in seguito a un breve periodo di terapia con gastroprotettori non si ottengono risultati o permangono “segnali di allarme” come dimagrimento, debolezza, anemia, è opportuno eseguire alcuni esami:
- Esofagogastroduoenoscopia (EGDS) per esaminare l’esofago, lo stomaco e il duodeno mediante l’inserimento in bocca di uno strumento flessibile dotato di una telecamera; attraverso il gastroscopio è anche possibile far passare la pinza bioptica per eseguire piccoli prelievi di mucosa (biopsia).
- Manometria esofagea: per valutare l’eventuale presenza di anomalie della motilità dell’esofago (peristalsi).
- pH-impedenziometria delle 24 ore: mediante il posizionamento di un piccolo sondino che dal naso arriva all’esofago e consente il monitoraggio (nelle 24 ore) della quantità e della frequenza di materiale refluito nell’esofago.
- Esame radiologico del tubo digerente: al fine di visualizzare l’anatomia e la funzione dell’esofago, dello stomaco e delle prime parti dell’intestino tenue.
Reflusso gastroesofageo, quali rimedi?
Inizialmente il paziente è invitato a seguire un’adeguata educazione alimentare (evitando per esempio gli alimenti che potrebbero peggiorare l’acidità come cioccolata, menta, caffè, alcolici, pomodoro, agrumi, cipolla, aglio) e uno stile di vita corretto, che tenga conto della riduzione del peso corporeo, se necessaria, e dell’eventuale abbandono del fumo.
Si consiglia di evitare pasti abbondanti, si ricorda che è importante masticare bene e che è preferibile non distendersi subito dopo i pasti.
Cosa mangiare per il reflusso gastroesofageo?
Dal punto di vista alimentare, è importante escludere o limitare gli alimenti che possono peggiorare i sintomi o stimolare una maggiore produzione di acido:
- cibi grassi
- cibi speziati
- cibi acidi
- cioccolato
- menta piperita
- caffè
- pomodori
- bevande gassate
- alcool.
Da preferire alimenti leggeri, verdure crude e cotte, alimenti integrali e carni bianche.