Come riconoscere il mal di testa cronico

Il mal di testa, o secondo la terminologia medica la “cefalea”, indica qualsiasi dolore alla testa, di varia intensità e origine.

È una patologia molto diffusa e a soffrirne sono circa due milioni di italiani.

Abbiamo chiesto al dottor Vincenzo Tullo, neurologo in Humanitas e responsabile del Centro Cefalee in Humanitas Lab, di parlarci della cefalea cronica.

La cefalea cronica

La cefalea può essere un sintomo di malattie di diverso genere (cefalea “secondaria” o “sintomatica”) oppure sintomo e malattia allo stesso tempo (cefalea “primaria” o “essenziale”). Il mal di testa, che può avere differente intensità e durata ed essere circoscritto a una particolare zona del capo, può manifestarsi in modo episodico o cronico.

“Una cefalea è ‘cronica’ quando il tempo in cui è presente il dolore è maggiore del tempo libero dal dolore”, afferma il dottor Tullo. Circa il 4% delle persone adulte, e in misura minore (0,2-0,9%) bambini e adolescenti, manifesta cefalea per più di 15 giorni al mese: è la cosiddetta cefalea cronica quotidiana.

La cefalea cronica quotidiana

La cefalea cronica quotidiana (primaria) è una condizione che persiste per 15 giorni o più al mese e per almeno 3 mesi. Prevalentemente si tratta di una cefalea di tipo tensivo cronica. “La raccolta dei dati anamnestici e di esami specifici (studi di imaging come la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (MRI), esami di laboratorio, polisonnografia…) è fondamentale per escludere una forma di cefalea quotidiana secondaria a una patologia sottostante”, spiega il dottore.

Cause della cronicizzazione del mal di testa

La cronicizzazione del mal di testa avviene solitamente in modo graduale nell’arco di alcuni anni ed è più frequente nella terza-quarta decade di vita delle donne.

Essa può essere favorita da diversi fattori:

  •    abuso di farmaci sintomatici: l’abuso di farmaci per tenere sotto controllo i sintomi del mal di testa peggiora la cefalea stessa e ostacola il beneficio delle terapie profilattiche. Il problema è legato alla frequenza con cui si assume il farmaco in un determinato periodo di tempo (per più di tre giorni la settimana). Di conseguenza, spesso si rende indispensabile il ricovero per eseguire una terapia di disassuefazione e disintossicazione;
  •    stress psicofisico;
  •    abuso di caffeina;
  •    ipertensione arteriosa non adeguatamente controllata dalla terapia;
  •    disturbi del sonno e apnee notturne;
  •    ansia e depressione;
  •    obesità;
  •    dolori cronici in altre sedi, quali rachialgia e fibromialgia, soprattutto a causa di posture errate;
  •    altre comorbidità con patologie croniche: per esempio, ipotiroidismo, asma bronchiale, allergie croniche.

Conseguenze di una cefalea cronica non curata adeguatamente

“Il trattamento della cefalea cronica non è semplice e comporta per ogni paziente un percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale soggettivo (PDTA)”, afferma il dottore. “Per questo motivo occorre rivolgersi ai Centri Cefalee presenti in diverse regioni d’Italia”, aggiunge.

Se non è curata in modo adeguato, la cefalea cronica peggiora progressivamente la qualità di vita del paziente (riduzione del rendimento lavorativo o scolastico, isolamento sociale ecc.) e crea preoccupazioni e disagi alle famiglie.

 

 

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