Sbiancamento dentale: di che cosa si tratta?

Chi non ha mai sognato un sorriso bianco e smagliante? Il sorriso lucente e candido è oggetto di desiderio di migliaia di persone: solo in Italia, ogni anno, si contano 120 mila persone che si rivolgono all’odontoiatra richiedendo trattamenti di estetica dentale volti a migliorare il colore del proprio sorriso. “I denti macchiati o gialli invecchiano il volto e negli ultimi anni avere un bel sorriso, con una dentatura chiara e armonica, è divenuto un desiderio sempre più diffuso”: così afferma Stefano Patroni, presidente dell’Aic (Accademia Italiana di Odontoiatria Conservativa), spiegando come una grande parte dei pazienti sia insoddisfatta del colore del proprio sorriso.

I denti, infatti, anche se curati con costanza con l’igiene domiciliare, possono ingiallirsi e macchiarsi. I dentisti del Centro Odontoiatrico Humanitas Medical Care Milano Domodossola ci spiegano che le cause della cosiddetta discromia dentale possono essere di varia natura:

  •   Intrinseca: un’alterazione che interessa sia lo smalto sia la dentina, è provocata da malattie, traumi, difetti congeniti e assunzione di farmaci.
  •   Estrinseca: un’alterazione che interessa la parte esterna del dente, ovvero lo smalto, ed è strettamente connessa al consumo di bevande e cibi pigmentati, al fumo, alla scarsa igiene orale, all’invecchiamento.

Ma in che modo è possibile donare una nuova luce ai propri denti? Ovviamente è sconsigliato il fai da te. Molti italiani, prima di rivolgersi al dentista, scelgono di acquistare dentifrici, mascherine, schiarenti che, in realtà, si limitano a rimuovere la patina superficiale che ricopre i denti, dando un risultato poco efficace e, in alcuni casi, rischiando di danneggiarli.

Prima di optare per lo sbiancamento dentale è necessaria un’accurata valutazione da parte del dentista. Nei casi di pigmentazione causati da scorretti stili di vita, potrebbe essere indicata una profonda pulizia professionale: l’igienista elimina la placca attraverso uno strumento chiamato Air Polishing, che grazie a un getto di acqua e bicarbonato, agisce sulle macchie.

Nel caso in cui non si ottenga il risultato desiderato attraverso la pulizia professionale si può pensare di procedere con lo sbiancamento dentale.

Lo sbiancamento dentale è un processo chimico che viene eseguito dall’odontoiatra attraverso due agenti sbiancanti: il perossido di idrogeno o il perossido di carbammide. Questi possono essere utilizzati sia sulle discromie di natura intrinseca sia estrinseca, ovviamente in concentrazioni diverse in relazione alla colorazione che si desidera ottenere. Generalmente è sufficiente una sola seduta anche se, in base alla complessità del problema, il dentista potrebbe consigliare più incontri per portare a termine il lavoro.

Non esistono delle vere e proprie controindicazioni allo sbiancamento. Qualora si soffrisse di sensibilità dentale però, si potrebbe avvertire dolore durante il trattamento. In genere il dentista consiglia, per la settimana precedente all’esecuzione, una dieta priva di cibi e bevande acide per ristabilire l’equilibrio del cavo orale.

In alternativa allo sbiancamento presso lo studio dentistico, esiste lo sbiancamento domiciliare. Il dentista realizza delle mascherine su misura dopo aver preso le impronte delle arcate dentali e consegna al paziente un particolare gel sbiancante da inserire all’interno prima di indossarle. La durata del trattamento è di circa un paio di settimane. Le mascherine si possono indossare tutta la notte o solo alcune ore, sbiancando i denti gradualmente nel corso del tempo.

Per mantenere un buon risultato nel tempo non è sufficiente ricorrere allo sbiancamento. È necessario adottare una corretta e quotidiana igiene orale e seguire stili di vita corretti, evitando fumo ed alimenti troppo pigmentati.

 

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