La scleroterapia (o terapia sclerosante) è il trattamento estetico che viene utilizzato per eliminare gli inestetismi dovuti alla così detta teleangectasia, ovvero la rete di capillari visibili – soprattutto su gambe e cosce – dovuti spesso ad una insufficienza venosa cronica. In alcuni casi può essere impiegata anche nel trattamento delle varici della vena safena.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Laura Dordoni, specialista in chirurgia cardiovascolare in Humanitas Medical Care.
Il trattamento
Il trattamento, mini invasivo e solitamente ben tollerato dai pazienti, si svolge in ambulatorio con aghi molto sottili con si inietta un liquido che ha un’azione irritante per le pareti dei vasi capillari, che reagiscono stringendosi e scomparendo di fatto alla vista.
“Per raggiungere il risultato, sono necessarie diverse sedute – ha spiegato la dottoressa -, il numero di sedute non è uguale per tutti i pazienti ma dipende dalla reazione soggettiva e anche dal tipo di capillari. Tendenzialmente per eliminare la rete di capillari servono dagli 8 alle 10 trattamenti, a distanza di quindici giorni una dall’altra”, ma già dalle terza seduta “iniziano ad essere visibili i primi risultati”.
In ogni caso, serve specificare che la scleroterapia non è un trattamento definitivo: accade infatti a distanza di tempo dal trattamento che i capillari ‘chiusi’ tornino a dilatarsi e sia necessario un nuovo ciclo di sclerosanti.
Nelle ore e nei giorni successivi alla seduta, è importante indossare una calza elastica e un gel ad azione antiossidante e antiinfiammatoria prescritta dallo specialista.
Accorgimenti e controindicazioni
Durante il trattamento e fino ad un mese successivo all’ultima seduta è vietata l’esposizione al sole, la luce e i raggi uv potrebbero causare macchie definitive sulla pelle. Infine, la terapia sclerosante è controindicata nei nove mesi di gravidanza e durante l’allattamento, così come in chi soffre di patologie tiroidee e in particolare casi di allergie.
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