Scompenso cardiaco: cause, cure e prevenzione

L’insufficienza cardiaca (o scompenso cardiaco) è la riduzione della capacità del cuore di pompare il sangue in rapporto alle esigenze dell’organismo. Per compensare questo deficit, il cuore tende a crescere di volume. Questa incapacità inizialmente si manifesta sotto sforzo con sintomi quali affaticamento e mancanza di fiato; con l’aggravarsi della situazione si verifica anche a riposo. Si tratta di una patologia in continua crescita, una delle più diffuse nei Paesi avanzati.

Perché l’insufficienza cardiaca è così diffusa?

La crescita dei soggetti affetti da insufficienza cardiaca è correlata all’aumento della vita media della popolazione e alla maggiore possibilità di curare con successo le malattie cardiovascolari, pur senza riuscire a guarirle definitivamente. Diagnosticato lo scompenso cardiaco, il paziente ha un’aspettativa di vita ridotta di circa 10 anni. È quindi molto importante iniziare tempestivamente la terapia adeguata per migliorare la prognosi.

Esistono fattori di rischio?

I fattori di rischio sono principalmente l’obesità, l’ipertensione, il diabete e la disfunzione renale.

Quali sono le cause principali della patologia?

Tutte le malattie del cuore (pressione arteriosa alta, malattie valvolari, infezioni cardiache, cardiopatie congenite), oltre a diabete e patologie renali, soprattutto nella loro fase avanzata, possono portare all’insufficienza cardiaca. La malattia più frequente (circa metà dei casi) è la cardiopatia ischemica, causata da problemi alle coronarie e alle arterie che portano il sangue al cuore, la quale può dare origine all’infarto.

In alcuni casi, quando il cuore inizia a pompare poco senza una causa apparente, si parla di “cardiomiopatia idiopatica”, malattia che ha una componente familiare.

Quali sono le possibilità di cura per lo scompenso cardiaco?

Oltre ai farmaci di ultima generazione e al trapianto cardiaco, si può ricorrere ai ventricoli artificiali, che suppliscono alla funzione del cuore gravemente insufficiente, a interventi cardiochirurgici di tipo conservativo, assolutamente innovativi, e all’impianto di pacemaker bi-ventricolare.

È stata confermata la buona efficacia di una rete elastica (la “rete salva cuore”) che può essere applicata attorno ai ventricoli del cuore affetto da insufficienza durante l’intervento per evitare che quest’ultimo si dilati e aumenti di volume, senza però ostacolarne le contrazioni naturali.

Come prevenire l’insufficienza cardiaca?

Innanzitutto si deve attuare una prevenzione primaria che consiste nell’evitare i fattori che possono far ammalare il cuore: fumo di sigaretta, sovrappeso, con conseguente accumulo di grassi nel sangue, alcol, pressione arteriosa alta, diabete. In altre parole, occorre seguire un’alimentazione sana ed equilibrata e fare una regolare attività fisica.

La prevenzione secondaria, invece, si attua tenendo sotto controllo, scrupolosamente e con le cure adeguate, le malattie del cuore già presenti e diagnosticate.

 

 

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