Secondo gli ultimi dati riportati dallo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), nelle ultime settimane, i casi persone positive a SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19, sono in aumento, sia in Europa che in Italia. Complici i viaggi, specie quelli della passata stagione estiva e le nuove varianti, legate alla capacità di mutazione del virus.
Come riconoscere i sintomi e fare oggi in caso di tampone positivo? Come comportarsi in caso di contatto con una persona risultata positiva? Quali sono le regole su isolamento e quarantena?
Ne parliamo con il dottor Michele Lagioia, Direttore Medico Sanitario dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano, che ci spiegherà anche cosa fare in caso di contatto con una persona risultata positiva e quali sono le regole da seguire su isolamento e quarantena.
Che sintomi porta il Covid attualmente?
Attualmente, i sintomi di COVID-19 sono piuttosto diversi rispetto a quelli che hanno caratterizzato l’infezione a inizio pandemia: i sintomi gastrointestinali, la perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia), la sua diminuzione (iposmia), la perdita (ageusia) e l’alterazione (disgeusia) del gusto, hanno, infatti, lasciato maggiormente spazio a:
- febbre
- tosse secca
- difficoltà respiratorie
- naso che cola
- congestione nasale
- mal di gola
- mal di testa
- voce rauca
- dolori muscolari e articolari
Cosa fare in presenza dei sintomi da COVID-19?
In presenza dei sintomi sopra citati è consigliabile fare un tampone antigenico o molecolare, un esame molto veloce che consiste nel prelevare – tramite un bastoncino cotonato – un campione del muco presente nella mucosa del naso che verrà poi esaminato per confermare o escludere l’infezione del virus.
Cosa fare se il tampone è positivo a COVID-19?
Secondo la circolare del Ministero della Salute dell’11 agosto 2023, le persone positive ad un test antigenico o molecolare per SARS-CoV-2 non sono più sottoposte a isolamento. Tuttavia, per prevenire la trasmissione della malattia, si raccomanda di:
- Rimanere a casa fino al termine dei sintomi, laddove presenti
- Indossare una mascherina, preferibilmente FFP2, se si entra a contatto con altre persone
- Prestare particolare attenzione all’igiene delle mani, lavandole bene con acqua e sapone o utilizzando apposite soluzioni igienizzanti
- Evitare ambienti affollati
- Evitare il contatto con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza, ed evitare di frequentare ospedali o RSA
- Avvisare le persone con cui si è stati in contatto nei giorni immediatamente precedenti al tampone positivo, a maggior ragione se anziane, fragili o immunodepresse
- Contattare il medico curante se si è persona fragile o immunodepressa, se i sintomi non si risolvono dopo 3 giorni o se le proprie condizioni cliniche peggiorano
Cosa fare se si è entrati in contatto con una persona positiva?
Oggi, in caso di contatto con persone positive a SARS-CoV-2, non sono previste misure specifiche. Tuttavia, è consigliato di evitare il contatto con persone fragili, immunodepresse o donne in gravidanza, nei giorni successivi e prestare attenzione alla comparsa di sintomi come febbre, tosse, mal di gola e stanchezza (in questo caso sarà opportuno fare il tampone antigenico o molecolare).
Raccomandazioni di particolare rilevanza per gli operatori addetti all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, che devono assolutamente evitare il contatto con i pazienti al fine di tutelarne la salute.
Quali sono le varianti di SARS-CoV-2 che suscitano più preoccupazione?
L’ECDC classifica le varianti in tre livelli di preoccupazione: variante sotto monitoraggio (VUM); variante di interesse (VOI), quelle che vengono osservate e monitorate perché con il passare del tempo potrebbero avere un impatto sulla trasmissibilità del virus, sulla gravità di malattia e/o sull’immunità; variante di preoccupazione (VOC), ritenute rilavanti per la salute globale ed associate a più aspetti, come:
- aumento della trasmissibilità con una maggior capacità dell’infezione di diffondersi da persona a persona;
- aumento della virulenza o cambiamento nella presentazione clinica dell’infezione;
- diminuzione dell’efficacia della sanità pubblica e delle misure sociali adottate o della diagnostica, delle terapie o dei vaccini disponibili nel contrastare la pandemia.
Che variante c’è ora in Italia?
In questo momento, l’ultima versione di Omicron, la variante EG.5, detta Eris – secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità del 6 settembre 2023 – è quella prevalente in Italia con una percentuale del 41,9%.
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