Terapie a bersaglio molecolare e immunoterapia nell’ambulatorio di Oncologia di Humanitas Medical Care Varese

Grazie alla ricerca ogni giorno si studiano nuovi e sempre migliori trattamenti per i vari tipi di tumore. Alle terapie tradizionali, che finora hanno ottenuto importanti risultati, oggi se ne sono aggiunte di più innovative, come le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia.

In ogni caso, la prevenzione primaria, con l’adozione di corretti stili di vita, e la prevenzione secondaria, con l’adesione ai programmi di screening, rappresentano le principali armi per combattere le più comuni patologie neoplastiche.

Ce ne ha parlato, in Humanitas Medical Care Varese, il dottor Giovambattista Rodà (formazione specialistica in Farmacologia Clinica indirizzo Chemioterapia, Oncologia Medica, Cure Palliative) responsabile dell’Oncologia in Humanitas Mater Domini a Castellanza.

Il dottor Rodà si occupa di diagnosi e trattamento delle principali patologie neoplastiche e, in particolare, dei tumori mammari, del tratto gastroenterico (stomaco, pancreas e colon-retto), del polmone e del tratto genito-urinario.

Quale servizio viene offerto all’ambulatorio di Oncologia di Humanitas Medical Care Varese?

“All’ambulatorio di Oncologia di Humanitas Medical Care Varese effettuiamo valutazioni specialistiche che mirano a offrire ai pazienti le terapie più innovative e personalizzate e, grazie al collegamento con l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, spesso possiamo anche accedere a dei farmaci nuovissimi ma ancora in fase di sperimentazione clinica, soprattutto per quanto riguarda la cura del tumore mammario e del colon retto”, riferisce l’esperto.

È fondamentale, quindi, per il trattamento delle neoplasie, sia essere sempre aggiornati sulle innovazioni, sia possedere i mezzi per poter curare in maniera mirata il paziente.

Di che tipo di terapie si tratta?

Le terapie a bersaglio molecolare (dette anche terapie biologiche o target therapy) rappresentano un’importante innovazione nella cura dei tumori. “Si tratta di un trattamento mirato, nel senso che la sua azione è diretta in modo specifico contro dei recettori bersaglio, presenti soltanto sulla superficie o all’interno delle cellule tumorali, che sono responsabili della crescita e della diffusione incontrollata delle cellule tumorali e spesso anche della loro resistenza alle terapie tradizionali (chemioterapia)”, spiega lo specialista.

“Queste terapie, che sono oggetto di continui studi, – continua il dottore – sono quindi capaci di interferire con lo sviluppo del tumore senza danneggiare in maniera eccessiva i tessuti sani, come invece accade con la chemioterapia; per questo, si continuano a testare sempre nuovi tipi di farmaci biologici, così chiamati perché imitano sostanze presenti nell’organismo, ma sono prodotti in laboratorio”.

“Inoltre – prosegue – è destinata ad acquisire sempre maggiore importanza l’immunoterapia, con farmaci capaci di stimolare il sistema immunitario contro le cellule tumorali”. Essa ha già un ruolo primario nella trattamento dei melanomi, dei tumori del rene, del polmone e sta acquisendo sempre più conferme, come dimostrato dagli studi clinici, nel trattamento dei tumori del tratto gastroenterico e della mammella.

Con quali altri specialisti collabora l’oncologo?

Per la precisa diagnosi e caratterizzazione del tumore, l’oncologo si avvale anche della collaborazione di altri specialisti (anatomo-patologi, biologi molecolari) che si occupano dell’esecuzione di particolari esami che vengono fatti sul campione bioptico per l’identificazione delle caratteristiche biologiche, al fine di identificare la terapia più idonea per quel tipo di tumore, che può essere la chemioterapia, la terapia target, o l’immunoterapia.

Quale spazio viene riservato alla prevenzione?

“Un’altra attività sulla quale puntiamo molto all’ambulatorio di Oncologia di HMC Varese riguarda la sensibilizzazione alla prevenzione, sia primaria sia secondaria”, risponde l’oncologo.

“Per quanto riguarda il tumore alla mammella – precisa – cerchiamo di incentivare l’adesione alle valutazioni periodiche offerte, ossia la visita senologica e gli esami strumentali  (ecografia, mammografia), che vanno commisurate all’età e alla storia familiare della paziente. Ciò vale anche per l’identificazione precoce dei tumori dell’apparato ginecologico e del carcinoma del colon-retto nonchè dei melanomi cutanei. La prevenzione primaria si basa principalmente sul promuovere corretti stili di vita, un’alimentazione sana, una regolare attività fisica, l’astensione dal fumo. Generalmente la soglia massima di attenzione è dai cinquant’anni in poi, ma, nel caso di soggetti con familiarità nota, anche in età più precoce. “Occorre sapere che, nel soggetto maschile, il tumore alla prostata è il primo per incidenza, com’è nella donna quello alla mammella; a seguire i tumori del polmone e del colon-retto”, conclude il dottor Rodà.

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