Nelle sue fasi iniziali, il cancro alla prostata (uno fra i tumori più diffusi tra la popolazione maschile) è spesso asintomatico. Può essere diagnosticato a seguito di una visita urologica e tramite il test dell’antigene prostatico specifico (PSA). Un semplice esame del sangue che determina i livelli di PSA, una proteina prodotta dalla ghiandola prostatica che, se aumentata, può dare indicazioni per ulteriori approfondimenti diagnostici.
Ce ne parla il dott. Roberto Musci, urologo e andrologo presso Humanitas San Pio X e gli ambulatori Humanitas Medical Care di Domodossola, Murat, De Angeli a Milano.
Quali sono i sintomi del tumore alla prostata?
Come dicevamo, il cancro alla prostata è spesso asintomatico nelle sue fasi iniziali e non sempre la malattia ha una sintomatologia precisa che consente di arrivare subito ad una diagnosi (in circa il 30% dei casi viene scoperto quando la malattia si è già diffusa oltre la ghiandola). In molti casi i sintomi si sovrappongono a quelli fiammatori della ghiandola o a quelli che si verificano in un suo ingrandimento benigno.
Nei casi sintomatici possiamo avere:
· aumento del PSA
· presenza di sangue nelle urine e/o nello sperma
· difficoltà ad urinare
· bisogno di urinare spesso
· ritenzione urinaria
Il PSA è sufficiente per diagnosticare un tumore alla prostata?
Il PSA non è sufficiente per la diagnosi della neoplasia prostatica poiché spesso il risultato è alterato per diverse cause non legate al tumore prostatico.
L’antigene prostatico è organo-specifico ma non specifico per il cancro; pertanto, può essere alterato in diverse situazioni:
· nell’ipertrofia prostatica benigna (IPB)
· nella prostatite
· nelle infezioni delle vie urinarie
· terapie farmacologiche (trattamenti ormonali, farmaci come finasteride o dutasteride)
· alimentazione
· Sollecitazioni allo scavo pelvico in prossimità del prelievo (bicicletta , rapporti sessuali, stitichezza).
Inoltre, esistono (anche se non frequenti) neoplasie prostatiche a PSA normale o poco aumentato. Per questo, è fondamentale associare l’esame ad una visita urologica e, in caso di dubbio diagnostico, associare ulteriori accertamenti (Risonanza multiparametrica della prostata ed eventuale biopsia prostatica a fusione).
Ci sono altri esami più specifici (anche se non diagnosticamente risolutivi) che utilizzano il solo dosaggio del PSA:
– Rapporto PSA libero/totale: Il PSA è presente nel siero in una forma libera (circa il 30%). Il rapporto con il PSA totale può dare indicazioni diagnostiche
– PHI/ Prostate Health Index: si dosa il (-2) proPSA un precursore del PSA
– PSA density: La densità dell’antigene prostatico specifico è il livello del PSA sierico diviso per il volume della prostata.
– PSA Velocity: tasso di crescita annuale del PSA.
Sono in corso diversi studi per ricercare:
– biomarcatori del tumore della prostata più specifici del PSA
– per discriminare tra tumori aggressivi e non aggressivi.
Quando bisogna fare il PSA?
La diagnosi precoce può essere avviata in
• uomini dai 50 anni in su;
• uomini di età superiore ai 40 anni e storia familiare di tumore alla prostata;
• uomini di origine africana dai 45 anni di età;
• uomini portatori di mutazioni genetiche BRCA2 a partire dai 40 anni di età.
Si consiglia di fare il primo PSA a partire dai 50 anni.
In base ai risultati e ai dati clinico-anamnestici, sarà lo specialista a stabilire quanto spesso dovrà essere ripetuto nel tempo.
Quando il valore del PSA è preoccupante?
Quando il dosaggio del PSA supera i 4 nanogrammi per millilitro di sangue può indicare qualche problema alla prostata. I livelli tra 4 e 10 nanogrammi per millilitro possono indicare un rischio di tumore più alto che aumenta ulteriormente se i livelli superano la soglia dei 10 nanogrammi.
Tuttavia, come abbiamo detto, livelli di PSA superiori alla norma non sono direttamente correlati alla presenza di un tumore ma possono indicare anche altre condizioni e patologie benigne.
Quali sono i vantaggi del PSA?
Se fatto nei tempi e nei modi indicati dall’urologo, il controllo del PSA è un buon metodo per capire che cosa stia accadendo alla ghiandola prostatica per poter fare una diagnosi di tumore.
Il PSA è anche utile per valutare il follow-up della malattia dopo intervento o dopo radioterapia.
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