Tumore dell’ovaio: fondamentale la diagnosi precoce

Il tumore dell’ovaio è una delle neoplasie maligne più pericolose e diffuse tra le donne. Si tratta di una malattia difficile da diagnosticare precocemente, perché i sintomi non sono così specifici.

Particolari esami del sangue e l’ecografia transvaginale rappresentano i fondamentali strumenti di prevenzione.

Poiché molte donne non sono informate su questa grave patologia e sull’importanza di una diagnosi tempestiva, abbiamo posto alcune domande al dottor Domenico Vitobello, responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia in Humanitas.

Come viene diagnosticato il tumore dell’ovaio?

Si tratta di un tumore raro e difficile da diagnosticare, che non dà segnali evidenti della sua presenza negli stadi iniziali, cioè quando esso è confinato solo sull’ovaio e non ha ancora dato metastasi. Per questo è indispensabile anticipare la fase di diagnosi”, spiega il dottore.

E prosegue: “Nello stadio iniziale, questa neoplasia appare spesso come una formazione cistica che presenta delle irregolarità e alterazioni all’interno (detta “cisti complessa”) e viene riscontrata occasionalmente dall’esame ecografico prescritto in seguito alla visita ginecologica di routine annuale che ogni donna dovrebbe eseguire. In caso di sospetto tumore ovarico, si ricorre a dei marker tumorali specifici (eseguibili con un banale esame del sangue), che sono il CA 125, il CA 19-9 e il CEA”.

A quale età colpisce maggiormente questo tipo di tumore?

È più frequente nelle donne sopra i 50 anni, che in genere hanno superato la menopausa (quando purtroppo le visite ginecologiche sono eseguite con minor frequenza); “tuttavia il tumore può insorgere a qualsiasi età”, afferma il medico.

Esistono test di prevenzione o di diagnosi precoce?

Non esistono test specifici o esami che possono essere usati per diagnosticare precocemente il tumore dell’ovaio e neppure individuare i precursori della neoplasia, come ad esempio avviene per il tumore del collo dell’utero (Pap test e test HPV)”, afferma il dottore.

Tuttavia, come già detto, esistono i marker tumorali come il CA125, anche se questo esame del sangue risulta sensibile ma non specifico, cioè diventa patologico anche in presenza di infezioni all’ovaio oppure per la presenza di endometriosi.

Altri strumenti utili per la diagnosi precoce sono l’ecografia pelvica e l’ecografia transvaginale, in grado di evidenziare una neoformazione sospetta.

La ricerca sta investendo molto sui test genetici (BRCA1 e BRCA2), eseguibili con un esame del sangue, consigliati soprattutto quando c’è la predisposizione familiare della paziente allo sviluppo di questo tumore. “Se l’esito di questi test è positivo ed è già stato soddisfatto il desiderio di prole, si procede con l’intervento chirurgico di asportazione delle ovaie”, spiega il ginecologo.

Come si cura il tumore dell’ovaio?

Negli stadi iniziali di malattia o nel sospetto ecografico di cisti complessa la chirurgia è necessaria”, risponde Vitobello. Nel corso dell’intervento, che può essere eseguito con tecnica laparoscopica tradizionale o robotica, viene asportato l’ovaio malato e, contestualmente, eseguito un esame istologico; in caso di diagnosi di neoplasia, si procede alla chirurgia completa.

Se il tumore è allo stadio iniziale e interessa donne giovani che desiderano avere figli, si interviene chirurgicamente senza necessariamente asportare l’utero e l’ovaio sano. Negli stadi avanzati della malattia, invece, l’intervento prevede l’asportazione dell’utero, delle ovaie e di alcuni tessuti interni intaccati dalla malattia”, precisa il dottore.

E dopo l’intervento?

Successivamente all’intervento, si procede quasi sempre con la chemioterapia.

Per questo motivo – conclude il dottor Vitobello – è importante affidarsi a centri specializzati come Humanitas, che offrano un percorso completo chirurgico ginecologico e oncologico in cui sono coinvolti diversi specialisti (ginecologo, oncologo, radioterapista, patologo, con l’aggiunta dello psicologo per supportare la donna in questo delicato momento) in grado di trovare in breve tempo la cura migliore per la paziente.

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