Vertigine Parossistica Posizionale Benigna (VPPB), tutte le risposte alle vostre domande

La vertigine parossistica posizionale è una delle cause più comuni di vertigine (una vertigine su 5 è una VPPB). È caratterizzata dalla sensazione che tutto intorno a noi si muova in senso rotatorio, come se fossimo su una giostra, in relazione a specifici movimenti della testa. La causa è attribuibile ad uno spostamento di alcuni cristalli (otoliti) da una parte dell’orecchio (utricolo), nella quale sono contenuti normalmente, ad un’altra (un canale semicircolare).

Ce ne parla il prof. Maurizio Versino, neurologo presso i centri di Humanitas Medical Care Varese e Humanitas Medical Care Arese., provando a rispondere ad alcune fra le vostre domande.

Come si manifesta la vertigine parossistica posizionale benigna?

Generalmente, la VPPB è una vertigine molto intensa, di breve durata, scatenata dai cambiamenti di posizione della testa (come coricarsi, alzarsi o girare nel letto). Se la posizione che ha scatenato la vertigine viene mantenuta, la vertigine si risolve spontaneamente, ma può essere presente una sensazione di instabilità.

L’errore diagnostico più frequente è scambiare questa condizione con l’artrosi cervicale (solo nei casi molto gravi e dolorosi, si avverte una sensazione di instabilità ma mai una sensazione intensa e breve di vertigine rotatoria). Spesso, infatti, per cercare di non cambiare la posizione della testa rapidamente, le persone irrigidiscono il collo, e questo irrigidimento provoca dolore. Inoltre, dopo una certa età, quasi tutte le persone presentano dei segni più o meno gravi di artrosi cervicale, quindi, al di sopra dei 50 anni si tratta di un nesso casuale e non causale.  

Quanto dura la VPPB?

Generalmente si risolve nell’arco di 15 giorni ma la durata è variabile: fintanto che gli otoliti rimarranno nel canale semicircolare, i singoli episodi si potranno ripresentare ad ogni movimento rapido nella direzione “sbagliata”.

Come viene fatta la diagnosi di VPPB?

Tramite manovre “diagnostiche” (le indagini strumentali sono necessarie solo nei casi in cui le caratteristiche della vertigine e/o l’esito delle manovre diagnostiche mostrino delle atipie).

Come si cura la VPPB?

Con delle manovre “liberatorie”. Generalmente una è sufficiente: si può controllare se ha funzionato eseguendo una nuova manovra diagnostica. Se questa è positiva se ne potrà effettuare un’altra.

La manovra è sempre risolutiva?

Sì. In alcuni casi il soggetto può accusare un po’ di nausea e di instabilità (per circa 30-60 min). Nei giorni successivi alla manovra, potrà rimanere una lieve sensazione di instabilità che tuttavia non comprometterà l’equilibrio e si risolverà spontaneamente.

Le medicine sono altrettanto efficaci?

No. I medicinali non sono efficaci e nemmeno utili per aiutare la guarigione.

La VPPB può ritornare?

È possibile ma aver avuto una VPPB non implica una predisposizione alla stessa.

Nel caso in cui la VPPB tornasse, cosa devo fare?

Dovrà sottoporsi ad una nuova visita per effettuare le manovre diagnostiche e quelle liberatorie.

Nel caso in cui ci sia il sospetto di una VPPB, c’è una preparazione necessaria per la visita?

Non è necessaria nessuna preparazione. Tuttavia, a causa dell’instabilità che può manifestarsi alla fine delle manovra, consiglio al paziente di essere accompagnato e non guidare al ritorno. Inoltre, alle persone che soffrono di mal d’auto o che accusano molta nausea in occasione della vertigine, consiglio di assumere un farmaco anti-nausea (come la metoclopramide).

Neurologia
Prof. Maurizio Versino
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