Che cos’è la risonanza magnetica alla mammella?
È una tecnica non invasiva che permette di studiare la ghiandola mammaria e i suoi linfonodi. Viene eseguita su una macchina ad alto campo magnetico (solitamente 1,5 Tesla) che permette di ottenere immagini tridimensionali delle mammelle della paziente (vengono sempre valutate entrambe).
La risonanza magnetica non utilizza radiazioni ionizzanti. È importante specificare che la risonanza magnetica alla mammella non è un esame di screening di routine, ma viene prescritta quando mammografia ed ecografia non risultano sufficienti.
A cosa serve la risonanza magnetica alla mammella?
La risonanza magnetica può mettere in luce diverse condizioni, come:
- donne ad elevato rischio di tumore mammario, con mutazioni BRCA1 o BRCA2 o forte familiarità;
- donne con tumori già diagnosticati e/o operati;
- monitoraggio della risposta alla chemioterapia neoadiuvante (prima dell’intervento);
- distinzione tra recidiva tumorale e cicatrice post-chirurgica in fase di sorveglianza post-operatoria;
- quadri mammografici dubbi, secrezioni anomale, o in associazione a mammografia/eco in caso di seno denso;
- valutazione dello stato delle protesi mammarie, specie in caso di sospetta rottura.
Sono previste norme di preparazione per la risonanza magnetica alla mammella?
L’esame richiede il digiuno nelle 6 ore precedenti. Nel caso in cui venga utilizzato il mezzo di contrasto, è necessario presentarsi con l’esame della creatinina.
Non essendo utilizzate radiazioni ionizzanti, la paziente può svolgere le normali attività prima e dopo l’esame, compreso il contatto con bambini e persone fragili.
Per chi è sconsigliata la risonanza magnetica alla mammella?
È sconsigliata alle pazienti con pacemaker incompatibili o altri dispositivi ad attivazione magnetica; e in genere per le portatrici di espansore mammario.
Come funziona la risonanza magnetica alla mammella?
L’apparecchiatura è formata da un lungo tubo, di circa due metri, nel quale la paziente viene fatta sdraiare a pancia in giù, con il seno appoggiato in due grosse coppe e con le mani sotto la testa o lungo i fianchi.
Prima di iniziare, l’infermiere inserisce un ago cannula in una vena del braccio per la somministrazione del mezzo di contrasto, che consente di distinguere tessuti sani da lesioni benigne o maligne, e migliorare la qualità diagnostica.
Durante l’esame è importante che la paziente rimanga immobile per la buona riuscita delle immagini che dovranno essere poi sovrapposte tra loro per l’elaborazione finale al computer.
L’esame dura circa 20-25 minuti.
La risonanza magnetica alla mammella è dolorosa?
L’esame è indolore; la paziente può avvertire solo un po’ di rumore associato al macchinario. L’unico fastidio potrebbe essere legato alla posizione o al senso di chiusura nello spazio ristretto dell’apparecchiatura.
La risonanza magnetica alla mammella è una tecnica non invasiva che permette di studiare la ghiandola mammaria e i suoi linfonodi.
Ultimo aggiornamento: Ottobre 2025
Data online: Aprile 2022