Mammografo digitale con Tomosintesi: meno radiazioni e più sicurezza per i pazienti

Il tumore della mammella è molto comune nella popolazione femminile ed è in continuo aumento ma, grazie alla maggiore sensibilità al tema della prevenzione, è sempre più curabile. Infatti, la diagnosi precoce di una lesione maligna al seno permette di intervenire tempestivamente e di assicurare, nella maggioranza dei casi, una completa guarigione.

La mammografia è l’esame diagnostico fondamentale per la prevenzione del cancro al seno. Grazie all’utilizzo di tecnologia di ultima generazione (mammografo digitale con Tomosintesi), oggi è possibile effettuare un’indagine più accurata della mammella, rendendo così più efficace il risultato diagnostico rispetto alla mammografia convenzionale.

Per saperne di più abbiamo intervistato la dottoressa Oana Moscovici, specialista in Radiologia Medica di Humanitas e in Humanitas Medical Care Varese e Arese.

Il nuovo mammografo in Humanitas Medical Care Varese di quale tecnologia è dotato? Che tipo di studio della mammella effettua?

“La tecnologia (DBT- Digital Breast Tomosynthesis), di cui è dotato il nuovo mammografo in Humanitas Medical Care Varese, che rappresenta il top di gamma di queste apparecchiature, permette l’acquisizione di immagini ad alta risoluzione mediante un sistema di ultima generazione che combina i principi della mammografia classica con quelli della tomografia. Con la Tomosintesi si ottiene la ricostruzione stratificata della mammella”, spiega l’esperta.

Si tratta di un’indagine diagnostica aggiuntiva o sostitutiva della mammografia tradizionale?

“La DBT è un’indagine più completa rispetto alla mammografia tradizionale che, con un aumento trascurabile del tempo di acquisizione, permette al radiologo di superare i limiti dell’esame tradizionale e ottenere un’interpretazione più accurata sia delle immagini sintetiche sia di quelle ottenute separatamente a diverse profondità della ghiandola mammaria”, sottolinea la dottoressa. “In questo modo – aggiunge – si riducono o eliminano del tutto le cosiddette lesioni di sommazione create dalla sovrapposizione del tessuto mammario e si delineano  meglio le alterazioni patologiche mascherate all’interno del parenchima mammario, in particolare nelle pazienti con struttura fibroghiandolare densa”. Chiaramente rimane ancora valida l’indicazione dell’ecografia complementare, quando ritenuta necessaria, anche se il numero di tali accertamenti si è ridotto drasticamente con l’arrivo della DBT.

Quali altri vantaggi offre la mammografia con Tomosintesi?

Oltre alla maggiore accuratezza diagnostica, che permette di individuare lesioni anche di piccolissime dimensioni, la mammografia con Tomosintesi offre altri due vantaggi rispetto alla mammografia convenzionale 2D, ossia “un minor tempo di compressione del seno, quindi riduzione del dolore e del rischio di artefatti da movimento, e una dose radiante personalizzata a seconda del tipo di mammella, calcolata in modo automatico dalla macchina nel momento della scansione”, spiega la radiologa.

A chi è particolarmente consigliato questo nuovo tipo di indagine?

“La mammografia con Tomosintesi, convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale, è consigliata a tutte le donne a partire dai 40 anni d’età e, in particolar modo, a quelle che hanno le mammelle fibroghiandolari  dense o moderatamente dense”, risponde la dottoressa Moscovici.

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