Dei diversi tipi di anemia, l’anemia sideropenica – o anemia da mancanza di ferro – è una delle più diffuse.
L’alimentazione può fare molto per la gestione di questa malattia: ci sono alimenti che bloccano l’assorbimento del ferro, altri che lo favoriscono.
Quali sono questi alimenti? Ne parliamo con la dottoressa Daniela Lambertenghi, ematologa presso i centri medici Humanitas Medical Care.
Che cos’è l’anemia da carenza di ferro?
L’anemia da carenza di ferro, detta anche anemia sideropenica, si verifica quando l’organismo non ha a disposizione abbastanza ferro per produrre una sufficiente quantità di emoglobina, la proteina che ha il compito di prelevare l’ossigeno dai polmoni e di trasportarlo nel sangue ai diversi tessuti dell’organismo.
Pertanto la carenza di ferro provoca innanzitutto un’anemia, che si manifesta con i seguenti sintomi:
- astenia (affaticamento)
- respiro corto
- tachicardia
- pallore
- cefalea
- capogiri
- insonnia
- irritabilità
- sensibilità al freddo
- formicolio alle gambe
- unghie fragili
- caduta dei capelli.
Queste problematiche non dipendono solo dalla ridotta ossigenazione, ma anche da un’alterazione di numerosi processi enzimatici che richiedono ferro: possono quindi comparire squilibri del sistema immunitario, difficoltà nella regolazione della temperatura corporea e alterazioni nei meccanismi di neurotrasmissione cerebrale.
In quali casi può comparire l’anemia da carenza di ferro?
L’anemia sideropenica è frequente in diverse situazioni:
- eccessiva perdita di sangue in seguito a emorragie acute (ulcere gastro-duodenali) o croniche (mestruazioni abbondanti o prolungate);
- esaurimento delle riserve utilizzate per sopperire ad aumentate richieste come in gravidanza o nei giovani durante la crescita;
- malattie dello stomaco e dell’intestino che interferiscono con i processi di assorbimento del ferro;
- inadeguato apporto alimentare: forse il fattore oggi più importante, anche in Italia, dove l’abitudine a diete squilibrate conduce frequentemente a una carenza di ferro, soprattutto nelle giovani donne dove le perdite mestruali non vengono bilanciate da un’adeguata e corretta alimentazione.
Il ferro assunto con gli alimenti viene assorbito a livello intestinale e trasportato nel sangue dalla transferrina, una proteina che lo distribuisce agli organi e ai tessuti.
L’eccesso, invece, viene immagazzinato nel fegato sotto forma di ferritina. Quando le riserve si esauriscono e i livelli di queste proteine diminuiscono, il rischio di sviluppare anemia aumenta.
Cosa mangiare in caso di anemia sideropenica?
L’alimentazione gioca un ruolo centrale nella prevenzione e nella gestione dell’anemia da carenza di ferro. Il ferro introdotto con i cibi può essere di due tipi:
- ferro emico, presente nei prodotti di origine animale, che viene assorbito facilmente dall’organismo;
- ferro non emico, presente negli alimenti vegetali, che viene assimilato in misura minore.
Le fonti più ricche di ferro emico sono fegato e frattaglie, seguite dalle carni rosse (manzo, maiale, agnello, cavallo) e dalle carni bianche (pollo, tacchino, faraona). Anche pesci e frutti di mare, come crostacei, molluschi, tonno, trota, baccalà, acciughe e sarde, contribuiscono all’apporto di ferro.
Tra gli alimenti di origine vegetale, forniscono ferro le verdure a foglia verde (come spinaci, lattuga, cavolo riccio), la frutta secca (noci, nocciole, mandorle, pistacchi), i legumi (fagioli, lenticchie, ceci, lupini, soia, tofu) e i cereali come pane, pasta e riso integrale.
Per ottimizzare l’assorbimento del ferro non emico è importante abbinarlo a cibi ricchi di vitamina C: ad esempio condire le verdure con succo di limone, accompagnare i pasti con pomodori, cavoli, peperoni o broccoli, oppure terminare il pasto con frutta come agrumi, kiwi, ribes o uva.
Al contrario, alcuni alimenti e bevande riducono l’assorbimento del ferro se consumati insieme ai pasti principali: in particolare latte e derivati, tè, caffè e cioccolato. Un caffè subito dopo il pasto, per intenderci, può modificare l’assorbimento del ferro.
Per questo motivo è meglio assumerli in momenti diversi della giornata.
In alcuni casi il medico può prescrivere integratori di ferro. La scelta della formulazione dipende da parametri come i livelli di sideremia, la tolleranza individuale, eventuali patologie che ostacolano l’assorbimento o l’assunzione di farmaci che interferiscono con il metabolismo del ferro (ad esempio alcuni antiacidi). L’integrazione, comunque, va sempre valutata e personalizzata da parte di uno specialista.
Fonti
Effect of dietary factors and time of day on iron absorption from oral iron supplements in iron deficient women (American Journal of Hematology, 2023)