Calcoli tonsillari: spesso causa di alito cattivo, ecco come prevenirli

Sembrano vere e proprie pietre di colore biancastro, provocano una sensazione di fastidio in gola, come di un boccone che non si riesce a deglutire, e molto spesso anche alito cattivo: sono i calcoli tonsillari, che si creano sulla superficie irregolare e ‘bucherellata’ delle tonsille.

Ne parla la dottoressa Marta Frigo, otorinolaringoiatra in Humanitas Medical Care Monza.

Calcoli tonsillari: cosa sono e come si creano

I calcoli tonsillari, chiamati anche tonsilloliti, sono delle formazioni di colore biancastro che si notano aprendo la bocca nella zona della gola e delle tonsille, appunto, su cui sono di fatto ‘incastonati’.

Le tonsille sono rivestite dalla mucosa che riveste l’interno della bocca ma hanno una conformazione irregolare con piccole ‘cripte’ in cui si potrebbero accumulare batteri, residui di cibo e di muco che una volta calcificati formano proprio i tonsilloliti.

I sintomi

Quando i calcoli tonsillari sono molto piccoli non generano nessun fastidio o sintomo nei pazienti. In alcuni casi, invece, ingrossandosi troppo, provocano un fastidio in gola riferito dai pazienti come “un boccone che non si riesce a deglutire”. Questa formazione ‘estranea’, inoltre, è molto spesso causa di alitosi, condizione che se prolungata incide sulla vita quotidiana creando imbarazzi e disagi anche a livello sociale.

Le cause e i trattamenti

In generale “tutte le condizioni che determinano un’alterazione locale del normale pH o della flora batterica del cavo orale e orofaringea possono potenzialmente determinare dei tonsilloliti”, ha spiegato la dottoressa.

Tra le possibili cause ci sono: faringotonsilliti recidivanti, reflusso gastroesofageo, un’igiene orale poco accurata; in alcuni casi anche l’uso di farmaci (per esempio antibiotici o cortisonici per via inalatoria) fino a un particolare aspetto anatomico delle tonsille (tonsille criptiche).

Per quanto riguarda i trattamenti, “nella maggior parte dei casi, quando si hanno tonsilloliti di piccole dimensioni, la guarigione è spontanea, senza ricorso a particolari terapie”, assicura la dottoressa.

“Se invece il tonsillolita crea una sintomatologia più invadente (come il dolore alla deglutizione o addirittura un dolore diffuso fino all’orecchio) è necessario intervenire con un rimozione chirurgica, che consiste in una piccola incisione e rimozione del tonsillolita”. “Nei casi associati a faringotonsilliti recidivanti – conclude l’otorinolaringoiatra – può essere considerata la tonsillectomia”.

È possibile prevenirli?

La prevenzione è possibile e varia in base alla causa della presenza del calcolo tonsillare. Sarà indicata, caso per caso, dal medico. Tra le soluzioni possibili: 

  • ripristino di un’adeguata igiene orale;
  • immunomodulazione per evitare tonsilliti recidivanti;
  • ceppi probiotici per riequilibrare la flora batterica orofaringea;
  • utilizzo di farmaci ad azione anti- reflusso;
  • detersione delle cavità delle tonsille per evitare la formazione di calcoli.
Otorinolaringoiatria
Dr.ssa Marta Frigo
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