Depressione Natalizia, come affrontare l’ansia e la tristezza durante le Feste?

Il Natale si avvicina e la città inizia a prepararsi alle feste. Luci, decorazioni, regali e cene tra amici e parenti, portano allegria e magia all’interno delle case. Ma è così per tutti? Quasi ognuno di noi conosce almeno una persona che sembra odiare il Natale e che non aspetta altro che tutto torni alla normalità, perché questo periodo dell’anno invece che renderlo felice, gli provoca solo ansia e tristezza. Alcuni li chiamano “Grinch” pensando al perfido folletto descritto dal Dr. Seuss (Theodor Seuss Geisel) che detestava lo spirito del Natale, ma la “depressione natalizia” esiste davvero, si chiama Christmas Blues e secondo alcuni studi colpisce una persona su due.

Ne abbiamo parlato con il dott. Pietro Ramella, Psicologo e Psicoterapeuta presso gli ambulatori Humanitas Medical Care Domodossola e De Angeli a Milano e specialista del centro Psico Medical Care di Humanitas.

Perché le feste mettono tristezza?

Ci possono essere molte ragioni per cui le persone potrebbero trovare difficile il periodo festivo, specialmente quello del Natale, in cui ci si sente quasi obbligati ad essere felici e la solitudine tende a farsi sentire di più. Pensiamo alle persone sole, a chi non ha molti amici, a chi ha perso recentemente un proprio caro, agli anziani, o alle categorie più fragili che, per esempio, non possono stare in mezzo a troppa gente per problemi di salute.

Inoltre, il Natale è tempo di bilanci emotivi (su ciò che vorremmo, che abbiamo fatto e vogliamo); i festeggiamenti comportano una serie di fattori di stress: come cucinare, pulire la casa, dover affrontare cene di famiglia con parenti con cui non si ha un bel rapporto, lunghe code nel traffico alla ricerca dei regali di Natale, la scelta delle vacanze invernali, il cambiamento della routine quotidiana, minor lavoro in ufficio e più tempo libero che non si sa come utilizzare.

Come si manifesta la depressione natalizia?

Come dicevamo, i sentimenti durante il periodo natalizio possono manifestarsi in diversi modi che possono variare da persona a persona, ma ce ne sono alcuni che possono essere comuni, come l’abbassamento del tono dell’umore, che può presentarsi con:

  • tristezza/demoralizzazione/senso di vuoto (non giustificati da eventi quotidiani)
  • abbassamento del livello di motivazione/interesse/piacere a fare le cose 
  • cambiamenti nella qualità e durata del sonno e/o dell’appetito
  • ansia/stress
  • affaticamento e mancanza di energia/difficoltà di concentrazione non giustificati dalle attività svolte durante la giornata
  • senso di frustrazione/incremento dell’irritabilità
  • sensazione di solitudine

È credenza comune l’aumento di suicidi durante il periodo natalizio; tuttavia, studi scientifici, non reputano questa festività come un fattore di rischio per una vera e propria condizione di malattia dell’umore né per il rischio suicidario.

Studi clinici hanno tuttavia evidenziato un picco ed un aumento dei casi di suicidio successivamente al capodanno, dato imputabile al ritorno alla routine e al venire meno del supporto familiare percepito nel periodo delle feste.

La depressione maggiore invece risente fortemente dei ritmi ormonali, dell’esposizione alla luce solare e delle ore di sonno, per questo i cambiamenti di stagione sono spesso le fasi dell’anno che più di tutte predispongono a questa condizione di malessere.

Esiste poi una particolare tipologia di depressione, il Disturbo Affettivo Stagionale, più frequente in inverno e correlato al periodo natalizio, ma questa associazione è largamente imputabile alla tipologia di giornate della stagione: breve durata del giorno, più ampio periodo di buio, freddo.

Come combattere la solitudine che si può percepire durante le feste?

Prima di rispondere a questa domanda dovremmo interrogarci sul significato della parola “solitudine”. Sappiamo tutti che potremmo sentirci soli anche in una stanza piena di persone così come potremmo sentirci in compagnia anche solo con un singolo amico. Credo sia utile sfatare il “mito” che a Natale sia obbligatorio essere circondati da numerose persone che ci vogliono bene. Dobbiamo ricordarci che ogni persona ha una storia di vita a sé stante e che quindi a sua volta avrà una rete familiare e amicale differente. 

L’abbassamento dell’umore che può comparire durante le festività natalizie non sempre è associato esclusivamente al senso di solitudine ma potrebbe avere una causa multifattoriale che trova quindi origine nella storia di vita della persona e non solo nel Natale presente.

Sicuramente nel caso in cui si percepisca solitudine, associata quindi a sentimenti di tristezza, demoralizzazione, senso di vuoto, e altri sintomi sopra descritti, la cosa più efficace da fare potrebbe essere quella di capire come fare “problem solving”, ovvero capire quale sia la condizione che potrebbe farci sentire meglio, di che tipo di compagnia sentiamo di aver bisogno.

Alcuni di noi potrebbero preferire luoghi affollati, altri contatti stretti con poche persone. A seconda della risposta a questa domanda sarà quindi utile capire come poter trovare questo tipo di risorse, riprendendo contatti con vecchi amici, provando a conoscerne di nuovi, accettare un invito in contesti che ci richiedono di uscire dalla nostra “comfort zone”, o addirittura evitare di obbligarci a stare in mezzo alla gente solo perché pensiamo che “a Natale non bisogna stare soli”. Come detto sopra non è obbligatorio essere circondati da numerose persone se ciò non è nelle nostre corde. 

In sintesi, prima di “combattere” la solitudine credo sia utile capire di che tipo di solitudine stiamo parlando e di che cosa pensiamo di aver bisogno per stare meglio. Una volta individuate queste risposte allora possiamo iniziare a costruire “un piano” che ci porti alla messa in atto di un processo di problem solving sociale come negli esempi sopra descritti. 

Come affrontare la depressione a Natale?

Se il problema non è quindi associabile al concetto di solitudine si torna a considerarlo come multifattoriale. Capita a molte persone durante le festività di percepire un abbassamento del tono dell’umore con alcuni dei sintomi sopra descritti (ma ricordiamo che la “depressione natalizia” potrebbe presentarsi in modi molto diversi per ognuno di noi). In questo caso le strategie comportamentali e cognitive per provare a gestire questo periodo possono essere di diversi tipi.

Sicuramente la solitudine può incrementare l’abbassamento dell’umore, motivo per cui ricercare il supporto di amici e familiari potrebbe essere fondamentale. Allo stesso tempo come visto sopra non dobbiamo però “obbligarci” a stare con altre persone con le quali sappiamo già che non ci troveremmo bene/a nostro agio (per cui, “buttarci a capofitto “ in feste e cenoni senza che vi siano persone con cui abbiamo un reale legame potrebbe a volte anche essere controproducente). 

Altro elemento fondamentale riguarda l’assunzione di alcol (e di sostanze stupefacenti): durante le festività natalizie capita che per tradizione si incrementi l’assunzione di queste sostanze per aumentare l’euforia e la convivialità. Senza voler per forza rientrare in un discorso moralistico, credo sia fondamentale comprendere quale sia l’effetto ricercato e la motivazione dell’assunzione. Nel momento in cui ci accorgiamo che vi è una particolare spinta alla ricerca di alcolici o altro, a quel punto risulta chiaro come queste sostanze non siano più solo accessori secondari, a cornice esterna come un quadro natalizio. In questo caso il rischio è che queste sostanze vengano usate nel tentativo di regolare le nostre emozioni, quasi come fossero farmaci, con un risultato negativo nel lungo termine come il rischio di fare del male a sé o agli altri sia fisicamente che emotivamente. 

Quindi in sintesi per provare a regolare il nostro umore durante le festività, domandiamoci se la solitudine sta peggiorando la situazione, stiamo distanti da alcol e sostanze soprattutto se notiamo questo abbassamento dell’umore, e chiediamoci quali attività potrebbero aiutarci a stare meglio, il che non significa per forza raggiungere la perfezione, la felicità assoluta, l’euforia, ma semplicemente riuscire a stare con questa difficoltà in una prospettiva di accettazione attiva, ricordandoci che ogni momento di difficoltà ha un inizio ma ha anche una fine (come il Natale).

Quando è necessario consultare uno specialista?

Nel caso in cui i sintomi sopra descritti dovessero manifestarsi con frequenza e intensità elevata, a quel punto potrebbe essere fondamentale ricorrere alla ricerca di un supporto psicologico/psichiatrico.

Quando per esempio notiamo (o ci viene fatto notare) che il nostro umore rimane deflesso per la maggior parte del giorno per molti giorni consecutivi (quando raggiungiamo le 2 settimane di umore basso per la maggior parte del giorno tutti i giorni, per esempio) e a ciò si affianca la perdita dei nostri interessi o piacere nel fare le cose che prima ci piaceva fare, così come anche solo alcuni dei seguenti sintomi:

·   cambiamenti nell’appetito

·   nelle ore di sonno e nella loro qualità, 

·   irritabilità/agitazione

·   affaticamento precoce/mancanza di energie non giustificate da sforzi quotidiani, 

·   incremento del senso di colpa o autosvalutazione non comprensibili alla luce degli eventi di vita, 

·   aumento della difficoltà a concentrarsi

·   la comparsa di pensieri riguardanti la morte/pensieri suicidari

In questo caso è consigliabile chiedere il parere di uno psicologo o psichiatra facendo anche solo una prima visita psicologica/psichiatrica.

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