Il linfedema secondario nell’uomo: come curarlo e, prima ancora, prevenirlo

Il linfedema secondario – gonfiore dovuto all’accumulo di linfa nei tessuti di varie parti del corpo – colpisce di frequente anche l’uomo.

«La buona notizia – sottolinea il dottor Domenico Corda, medico chirurgo fisiatra e linfologo che opera presso Humanitas Medical Care di Bergamo –, è che lo si può prevenire e curare, meglio se tempestivamente».

Da che cosa può dipendere lo sviluppo di un linfedema nell’uomo?

«Ci sono malattie oncologiche tipiche del maschio, quali il tumore della prostata, del pene e del testicolo, le cui cure oncologiche oggigiorno, chirurgiche e farmacologiche, hanno fatto passi da gigante, aumentando notevolmente la sopravvivenza e permettendo a molti uomini di tornare a una normale aspettativa di vita. Purtroppo le terapie utilizzate per combattere le neoplasie maligne, soprattutto quelle chirurgiche e radioterapiche, comportano con una relativa frequenza la lesione del sistema linfatico e quindi aumentano il rischio per lo sviluppo del linfedema».

Come si manifesta in questo caso il linfedema?

«In questi casi, il linfedema è caratterizzato da un accumulo di linfa nei tessuti degli arti inferiori e/o dei genitali esterni dovuto alla lesione del sistema linfatico-linfonodale che diventa insufficiente, ossia non più capace di riassorbire e trasportare la linfa che normalmente si produce tutti i giorni in ogni individuo. Se non viene trattato con tempestività il linfedema cronicizza, diviene inguaribile e anche progressivo in assenza di una idonea terapia e di un’idonea gestione della malattia nel tempo. Le gambe si ingrossano e diventano dure, portando con sé anche diverse complicanze».

Come si cura un linfedema che ha origini di questo tipo?

«La cura del linfedema, secondo le linee guida, prevede l’applicazione di una terapia conservativa chiamata fisioterapia decongestiva complessa o combinata. Si tratta di una terapia fisica e manuale che quando interviene tempestivamente permette risultati eccezionali. Il drenaggio linfatico manuale, il bendaggio a pressione controllata, gli esercizi eseguiti col bendaggio, e l’uso di una calza elastica generalmente su misura permettono di gestire al meglio e nel tempo questa patologia cronica».

È vero che il linfedema nell’uomo può essere provocato anche dal tumore alla mammella?

«Sì, è importante sottolineare come una malattia tipicamente femminile, qual è il tumore della mammella, possa colpire anche l’uomo. La frequenza è di molto inferiore rispetto alle donne ma quando insorge necessita anche nel maschio delle stesse cure con cui si combatte il tumore femminile. In particolare la linfoadenectomia ascellare, che pone a rischio anche il maschio per il linfedema del braccio. Pertanto non è così raro curare un uomo con il linfedema del braccio secondario al tumore della ghiandola mammaria».

Come può essere prevenuto il linfedema secondario che origina da cure oncologiche?

«I chirurghi oncologi e gli oncologi clinici sono i primi che possono avviare la prevenzione primaria di questa patologia o quantomeno la prevenzione secondaria. Per farlo devono essere ovviamente a conoscenza di tutte le caratteristiche di questa patologia, delle novità sulle terapie e sulla necessità di una gestione nel tempo con una presa in carico globale da parte di un team linfo-riabilitativo che operi in un centro linfologico di riferimento. Linfologo, linfoterapisti, infermieri, nutrizionisti, podologi e tecnici dell’elastocompressione sono le figure più importanti tra quelle che compongono un team linfologico».

Tornando all’inizio, dottor Corda, il linfedema dunque lo si può curare…

«Sì, la cura del linfedema esiste ed è tanto più efficace quanto prima si interviene. A Bergamo presso l’Humanitas Medical Care di via Camozzi abbiamo da qualche mese avviato un centro per la cura del linfedema primario e secondario e ci poniamo a disposizione di quanti, sanitari e utenti, abbiano bisogno di avere informazioni in merito a questa patologia».

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