Psicologia, come riuscire a costruire un’alleanza terapeutica?

Un legame basato sulla fiducia, il rispetto e la collaborazione, per poter affrontare i problemi e le difficoltà insieme. Il concetto di alleanza terapeutica si è evoluto nel tempo, e oggi viene considerata come una componente fondamentale nella psicoterapia. Paziente e terapeuta non solo condividono gli obiettivi del trattamento e i mezzi utilizzati per raggiungerli, ma creano anche una nuova relazione, caratterizzata da fiducia ed empatia.

Ce ne parla dott. Franco Merlini, psicoterapeuta presso l’ambulatorio Humanitas Medical De Angeli a Milano e specialista del centro Psico Medical Care.

Dottore, cosa si intende per alleanza terapeutica?

Semplificando al massimo si può dire che Alleanza terapeutica significa che paziente e terapeuta si riconoscono reciprocamente nei loro rispettivi ruoli di psicoterapeuta e paziente all’interno di un setting predefinito e stabile, in funzione di uno scopo condiviso. Si definisce in questo modo la natura asimmetrica della relazione. Ovviamente questa condivisione di un rapporto fondato su determinati presupposti rappresenta solo la parte razionale dell’Alleanza. Ci sono evidentemente altre ragioni, oltre alla stima, fiducia e competenza che si ritengono ovviamente indispensabili per affidarsi a un professionista così importante come lo psicoterapeuta. Queste ragioni più profonde di solito emergono nel corso del trattamento e costituiscono l’asse portante del trattamento medesimo.

Come costruire un’alleanza terapeutica?

Più tecnicamente il concetto di Alleanza si basa sul presupposto di dover trovare, esplicitandolo e oggettivandolo col paziente, una sorta di accordo circa la modalità di svolgimento del lavoro terapeutico e il suo scopo. Ma soprattutto, sul desiderio (spesso inconscio) di avere una relazione col terapeuta sufficientemente lunga e approfondita, continuativa e stabile nel tempo, alle condizioni resesi necessarie dal tipo di cura decisa. L’esplicitazione degli obiettivi, non possono che essere estremamente generici perché se il paziente li avesse già “così” chiari non servirebbe forse fare una psicoterapia. Il paziente si rivolge allo psicoterapeuta proprio perché non sa perché si è ammalato e quindi non sa nemmeno cosa fare per guarire.  Sarà ovviamente compito dello psicoterapeuta creare un clima affettivo particolare, dallo sfondo silenzioso, dal quale mettere in evidenza le parole, i sentimenti e le emozioni, perché alla fine il paziente trovi da sé i suoi obiettivi.

Quali sono le componenti che costituiscono l’alleanza terapeutica?

Se nella relazione il terapeuta è congruente, costante e chiaro, così che nelle sue parole il paziente possa sentirsi “riconosciuto” e a sua volta possa “riconoscere” il terapeuta, nel setting concordato, interamente dedicato lui, si creerà automaticamente un Alleanza terapeutica.  Naturalmente il paziente deve essere dotato di una certa capacità di osservarsi e di osservare cosa succede nella relazione col terapeuta, e quest’ultimo deve essere dotato di sufficiente empatia per accogliere gli sforzi del paziente di comprendere e di sentire il proprio mondo interno. 

Quali sono le principali differenze rispetto ad una semplice relazione tra paziente e terapeuta?

Ovviamente non basta che qualcuno stia male e porti una domanda d’aiuto a qualcun altro perché possa nascere un’Alleanza terapeutica. La domanda stessa va “trattata”, cioè il paziente va aiutato soprattutto all’inizio a capire che cosa effettivamente “sta chiedendo”. Non c’è un fatto strettamente medico, qualcosa da riparare o una “normalità” da riconquistare. Poco o tanto un certo equilibrio si è rotto, inceppato, è disfunzionante e occorre trovarne un altro più evoluto, più adeguato alla situazione del paziente. Ovviamente la trattabilità della domanda è resa possibile da un rapporto che seppur minimale non può non sottintendere una certa Alleanza terapeutica. Quindi come si intuisce, l’Alleanza si costruisce attraverso l’Alleanza.

Quali sono i benefici dell’alleanza terapeutica?

L’Alleanza terapeutica non può essere vista come un semplice beneficio, è molto di più. Infatti, è indispensabile allo svolgimento della terapia stessa. Senza Alleanza non si ha terapia. Il paziente non può sottoporsi ad una psicoterapia se non lo vuole. Anche se la sua volontà talvolta è espressa solo razionalmente, comunque un’adesione alla prospettiva di cura proposta ci deve essere. Per sua natura il percorso di psicoterapia è inconoscibile prima ed è ovvio che il paziente sia un po’ ambivalente, per questo è essenziale che si costituisca un’Alleanza fra paziente e psicoterapeuta, che possa far fronte a tutte le perplessità, dubbi, timori ma anche aspettative e desideri che si sperimentano allorquando si decida di intraprendere questo “viaggio assieme”. Lo psicoterapeuta garantirà tutta l’attrezzatura necessaria per fare questo viaggio e la sua guida esperta e autorevole, ma poi si navigherà con il vento che c’è.    

Psicoterapia ad indirizzo Psicoanalitico
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