Reflusso gastroesofageo: come combatterlo?

Il reflusso gastroesofageo (MRGE) colpisce circa il 10-20% della popolazione e può presentarsi con diversi sintomi. I più comuni sono la sensazione di bruciore, dolore retrosternale e rigurgito: forme che hanno la tendenza a comparire o peggiorare in situazioni particolari, come dopo un pasto, a seguito di sforzi fisici o durante il riposo notturno.

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Simona Ruggiero, gastroenterologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Monza.

Cosa può provocare il reflusso gastroesofageo?

Il reflusso gastroesofageo è causato da condizioni pre-esistenti, come ernia iatale, ossia parte dello stomaco e dell’esofago scivolano parzialmente in torace portando con sé anche i succhi gastrici o il materiale gastrico; o cardias incontinente, ossia uno sfintere che collega l’esofago con lo stomaco che può restare completamente o parzialmente aperta, e che in seguito a stress, alimentazione sbagliata o fumo può manifestarsi sotto forma di sintomi quali pirosi (bruciore), rigurgito, tosse, faringiti o dolore.

Perché il reflusso peggiora?

Se non curato bene, o se non si segue una dieta particolare evitando particolari alimenti, quali caffè, cioccolato e alcool, può aumentare e peggiorare. Molte condizioni alimentari, lo stress, il fumo, i cambiamenti climatici, vanno ad aumentare la normale produzione acido-gastrica da parte dello stomaco e a favorire così il rigurgito di acido o di muco o di materiale non acido in persone che hanno già una predisposizione (ernia o incontinenza cardiale).

Come proteggere l’esofago dal reflusso?

I farmaci più utilizzati sono i gastroprotettori, che vengono associati a protettori della mucosa esofagea, solitamente gel, che bloccano meccanicamente il reflusso e proteggono la mucosa dai danni provocati dall’acido.

Quando è necessario rivolgersi ad uno specialista?

Quando la dieta e le abitudini alimentari non sono sufficienti e la terapia di base che spesso viene prescritta dal medico curante non migliora la sintomatologia.

Come si può curare il reflusso?

Una corretta dieta e l’eliminazione del fumo sono fondamentali, ma spesso non bastano e bisogna associare una terapia adeguata con uso di protettori della mucosa gastrica ed esofagea.

I consigli dello specialista

Durante episodi di bruciore di stomaco o altri sintomi di reflusso acido, è possibile prendere alcuni accorgimenti:

1. Mangiare con parsimonia e lentamente: questo tipo di abitudine, che dovrebbe assumere ognuno di noi anche senza manifestazione di reflusso, aiuta la digestione, anche perchè quando lo stomaco è molto pieno, possono manifestarsi più episodi di reflusso nell’esofago, e di conseguenza la digestione stessa rallenta 

2. Evitare certi cibi: alcuni alimenti hanno maggiori probabilità di altri di innescare il reflusso, tra cui la menta, i cibi grassi, cibi piccanti, pomodori, cipolle, aglio, caffè, tè, cioccolato e alcol. 

3. Non bere bevande gassate che favoriscono la distensione dello stomaco 

4. Rimanere svegli dopo aver mangiato: finire di mangiare almeno tre ore prima di andare a letto. Ciò significa niente pisolini dopo pranzo, niente cene tardive o spuntini di mezzanotte, che rallentano la digestione e favoriscono il reflusso.

5. Non muoversi troppo velocemente: è importante evitare l’esercizio fisico intenso per un paio d’ore dopo aver mangiato. Una passeggiata dopo cena va bene, ma un allenamento più faticoso, soprattutto se comporta il piegarsi in avanti, può favorire reflusso acido o di materiale alimentare in esofago.

6. Utilizzare un cuscino inclinato per dormire: dormire in posizione supina con il busto sollevato da cuscini o da un cuneo, favorisce la digestione e ne previene il reflusso

7. Perdere peso se consigliato: l’aumento di peso allarga la struttura muscolare che sostiene lo sfintere esofageo inferiore, portando a reflusso e bruciore di stomaco.

8. Smettere di fumare: la nicotina può rilassare lo sfintere esofageo inferiore.

9. Farmaci: potrebbero essere necessari dei farmaci per controllare il reflusso anche mentre si seguono cambiamenti nello stile di vita che – soprattutto in periodi più suscettibili, come i cambi di stagione – potrebbero non essere sufficienti da soli.

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