Santa Lucia e Natale, è importante che i bambini imparino ad apprezzare l’attesa

L’ultimo mese dell’anno è sempre stato tra i più attesi dai bambini perché considerato un mese “generoso”, pieno di giorni di festa, di dolciumi e … regali. Gli adulti di oggi ricordano con grande piacere e tenerezza i sogni fatti da piccoli nell’attesa del dono per tanto tempo agognato e in arrivo nella notte di Santa Lucia o di Natale.

Ma se il fascino di queste feste rimane intatto, ad essere un po’ cambiato è l’approccio dei bambini che, oggi, non sembrano aspettare con la stessa trepidazione questi momenti particolari, come ci spiega la dottoressa Dora Siervo, psicoterapeuta che svolge la sua attività in Humanitas Medical Care di Bergamo.

Dottoressa Siervo, che cosa è cambiato l’approccio dei bambini alle feste di Santa Lucia e Natale?

«Uno degli aspetti che hanno caratterizzato in passato queste feste è quello dell’attesa. L’attesa di un momento bello, da sempre sognato che i bambini una volta avevano ma che oggi sembra essere quasi del tutto scomparso. Perché oggi buona parte dei bambini ha già tutto e non sa che cosa desiderare: spesso se chiedi che cosa vorrebbero di regalo non sanno nemmeno risponderti. Si è perso il piacere di godere di un momento a lungo atteso e desiderato, dovrebbe essere un po’ come quando si va in montagna e dopo una lunga camminata si arriva sulla cima e si gode del panorama sottostante. Bisognerebbe che i bambini riconquistassero il piacere del saper attendere un momento che sarà poi appagante, soprattutto dal punto di vista emotivo».

Quali sono le cause della scomparsa della capacità di attesa?

«In buona parte è “colpa” dei genitori, che non sanno abituare i loro figli a questo “valore”. Non si tratta necessariamente di incapacità o di cattiva volontà, spesso lo fanno perché magari lavorano tanto, hanno poco tempo da dedicare ai figli e allora tendono a soddisfare, addirittura ad anticipare, i loro desideri. Per cui i bambini, che poi diventeranno adolescenti, non hanno nemmeno l’esigenza di costruirseli, questi desideri».

Perché è così importante avere desideri?

«Non avere desideri da bambino è una delle cose più brutte che ti possa capitare, perché poi quando diventi grande non sei appagato da niente, nulla ti soddisfa. Invece avere gli occhi della meraviglia, imparare a stupirsi anche per piccoli gesti è fondamentale. A volte per educarli a questo può essere sufficiente un biglietto messo nel loro astuccio di scuola con una bella parola, un disegno. È un piccolo gesto che non costa niente, ma che può essere molto importante per insegnare anche solo l’aspetto simbolico delle cose, delle piccole attenzioni che valgono molto per chi le riceve».

E qui veniamo al punto dei regali. È vero che spesso i bambini oggi hanno tutto. E allora che cosa si può loro regalare per rendere questo momento particolare?

«In genere si dà grande importanza ai regali materiali, che sono però proprio quelli cui i bambini sono più abituati per cui dopo un primo momento di gioia tendono ad accantonarli e a dimenticarseli in mezzo a tutti gli altri. Sarebbe ipocrita nascondere il fatto che regali di questo tipo hanno la loro importanza, ma utile sarebbe affiancare, a questi, doni di altro tipo. Ad esempio quelli che possiamo chiamare “servizi”, come un biglietto per il cinema, per il teatro, per un museo da visitare con il resto della famiglia. Un pensiero che serve anche a far capire che un’esperienza del genere ha anche un valore materiale, non è una “cosa dovuta” che cade dal cielo».

Santa Lucia e Natale sono feste che hanno una lunga tradizione e riti ben precisi e consolidati. Quanto è importante per i bambini che questi riti siano rispettati e ripetuti ogni anno?

«È molto importante mantenere la tradizione legata a ognuna di queste feste. I riti, le abitudini servono a “nutrire gli affetti”, ancor più in un momento così particolare e difficile come il nostro. Si tratta di un “vissuto” che se il bambino oggi può vivere con indifferenza,  quando crescerà e diventerà adulto si porterà dentro. Proprio in questo sta l’importanza di queste feste – se vogliamo prescindere dall’aspetto religioso, ovviamente fondamentale per chi crede –: nel creare un’atmosfera che resterà nel ricordo del bambino ancor più dei regali ricevuti».

Si può quindi dire che l’attesa nei confronti del “rito” esista ancora nei bambini?

«Sì, è proprio così. Ma solo se i genitori sono stati bravi a mantenere le tradizioni:  se hanno saputo conservare i riti nel tempo e dare ai propri figli il senso della condivisione di certi momenti intimi e intensi, nell’animo dei più piccoli si creerà il desiderio di rivivere questi attimi di piacere. Questo perché la ripetizione dà sicurezza, è proprio come quando i più piccoli chiedono alla mamma o al papà di leggere loro sempre la stessa storia prima di dormire. Il bambino sa già come andrà a finire il racconto e questo lo rassicura e lo tranquillizza. È lo stesso meccanismo proprio del sapere che cosa succederà nei giorni di Santa Lucia e di Natale, feste in cui la famiglia riesce a riunirsi e concedersi con maggiore attenzione all’affettibilità».

Psicoterapia
Dott.ssa Siervo Dora
Visite ed Esami
Visita psicologica
Televisita psicologica

Sedi

Humanitas Medical Care
Bergamo
Via G. Camozzi, 10, Bergamo, BG, Italia
I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici