Tumori della mammella: dalla diagnosi alla chirurgia

Ogni anno, in Italia, vengono registrati circa 55.000 nuovi casi di tumore alla mammella. Numeri importanti che posizionano questo tipo di cancro al primo posto nelle statistiche di mortalità femminile, rappresentando circa il 30 % di tutti i tumori.

Tuttavia, negli ultimi 20 anni, si è registrata una lenta e costante diminuzione di mortalità, grazie ad una corretta informazione e ad una maggiore sensibilizzazione verso la diagnosi precoce, che permette spesso di intervenire chirurgicamente in maniera meno invasiva.

Ne abbiamo parlato con il dott. Eugenio Di Sclafani, senologo chirurgo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Monza.

Dottore, quali sono i mezzi che abbiamo a disposizione per una diagnosi precoce di tumore alla mammella?

I mezzi che oggi abbiamo a disposizione sono diversi. A cominciare dall’autoesame. La sua esecuzione periodica è senz’altro raccomandata, anche se, talvolta, può essere causa di falsi allarmi e falsa rassicurazione.

Altri controlli che possono essere fatti per ottenere una diagnosi precoce di tumore alla mammella, comprendono:

  • Visita senologica: è indicata a partire dai 25 anni con frequenza annuale, ed è considerata il primo fondamentale approccio di tipo diagnostico. Tralasciarlo, per passare agli esami strumentali, è sbagliato. Perché è il senologo, la persona più adatta a iniziare l’iter diagnostico senologico, grazie al suo bagaglio culturale, l’esperienza necessaria e la tecnica di palpazione adeguata. Sarà infatti questo specialista a stabilire, in un secondo momento, l’eventualità o meno di eseguire altri esami strumentali, in base all’età della paziente, la struttura del suo seno, l’eventuale presenza di fattori di rischio e le più svariate situazioni cliniche. Come riportato nelle linee guida della Forza operativa Nazionale per il carcinoma mammario, la visita senologica, fornisce infatti una valida guida all’esecuzione e all’interpretazione degli esami.
  • RX Mammografia: permette di esplorare la mammella in tutta la sua completezza e di diagnosticare lesioni “non palpabili”, come le micro calcificazioni che possono essere un campanello d’allarme o addirittura espressione di un tumore nelle prime fasi della sua crescita.

Tuttavia, la Scuola Italiana di Senologia e le Società Scientifiche Europee, consigliano di eseguire questo esame intorno ai 40 anni. Prescriverlo al di sotto dei 30, può essere inutile, salvo in caso di forte sospetto diagnostico, perché spesso la mammella delle donne più giovani è molto densa e questo esame rischia di non essere completamente affidabile, sottoponendo la paziente ad inutili radiazioni.

  • Ecografia mammaria: non utilizzando radiazioni ionizzanti, ma ultrasuoni, questo esame può essere eseguito a qualunque età, anche più volte nell’arco della vita, non comportando alcun rischio radiologico, poiché gli ecografi di ultima generazione, lo hanno reso molto affidabile grazie a sonde “dedicate”.

L’Ecografia mammaria viene utilizzata prevalentemente nelle giovani donne, quando la Rx mammografia è poco significativa, o come esame complementare, perché dalla somma delle informazioni raccolte dalle due metodiche si arriva ad una maggiore precisione diagnostica. È considerato esame di prima scelta durante l’allattamento e la gravidanza.

Nel caso di eventuali dubbi dopo l’esecuzione degli esami precedentemente descritti, si ricorre agli esami definiti di Secondo Livello che includono:

  • Agoaspirato: viene utilizzato per lo studio di secrezioni sospette del capezzolo o per analizzare il contenuto di cisti e permette di valutare la presenza o meno di cellule tumorali.
  • Agobiopsia: è una metodica utilizzata per avere maggiori informazioni sulla biologia del tessuto che viene esaminato, situazione obbligatoria in fase preoperatoria. Per eseguirla, vengono utilizzati degli aghi definiti “trancianti” che permettono di campionare aree di tessuto ed ottenere quindi un esame microistologico, consentendo una pianificazione adeguata dell’eventuale trattamento da eseguire.

Un altro esame spesso indispensabile nella diagnostica senologica è la Risonanza Magnetica mammaria, con e senza contrasto. Una tecnica che può essere utilizzata sia nelle pazienti operate, per distinguere le recidive locali dagli ispessimenti cicatriziali, sia nelle portatrici di protesi mammarie, per valutare mammelle di difficile interpretazione con le tecniche tradizionali sopracitate.

Dottore, perché è così importante una diagnosi precoce?

Una diagnosi precoce è fondamentalmente per due motivi:

1) Quando la neoplasia è di piccole dimensioni può essere trattata con interventi conservativi,  che permettono di conservare la mammella asportando solo il quadrante sede della neoplasia.

2) Nella maggior parte dei casi, le possibilità di guarigione sono direttamente proporzionali alla grandezza del tumore. Questo significa che più piccolo è, maggiori saranno le probabilità di sconfiggerlo definitivamente.

Aggiungiamo a queste due considerazioni il fatto che il tumore della mammella “non fa male”, ed è spesso asintomatico fino alle fasi avanzate, per cui è meglio diagnosticarlo il più presto possibile, non aspettando improbabili e comunque tardivi segnali.

Quali sono le possibili tecniche di Chirurgia Senologica e in cosa consistono?

Le possibili opzioni chirurgiche per il trattamento del cancro della mammella includono :

Mastectomia semplice o totale: consiste nella rimozione in toto della ghiandola mammaria e della cute sovrastante. Intervento oggi poco eseguito, è quasi sempre abbinato al posizionamento di un espansore cutaneo in previsione di una ricostruzione protesica.

Mastectomia con conservazione del complesso areola-capezzolo (Nipple sparing) con valutazione istologica intraoperatoria del tessuto periareolare. È quasi sempre abbinata a una ricostruzione protesica. Consiste nella asportazione della mammella con conservazione del complesso areola-capezzolo.

Mastectomia con conservazione di cute e areola-capezzolo (NAC sparing). Consiste nella asportazione della ghiandola mammaria con conservazione della cute e del complesso areola-capezzolo

Quadrantectomia: inizialmente ideata come asportazione del quadrante mammario sede della neoplasia. Oggi intesa come asportazione del tumore circondato da un margine adeguato di tessuto sano.

Interventi chirurgici radioguidati per i tumori non palpabili (ROLL-SNOLL): prevedono la localizzazione preoperatoria della sede del  tumore sotto guida ecografica o stereotassica (mammografia) e la sua marcatura con un tracciante radioattivo.

Biopsia del linfonodo sentinella: tecnica abbinata a tutti gli interventi precedenti, sostituisce la dissezione ascellare nella stadiazione del carcinoma mammario. Il linfonodo sentinella è il primo a ricevere la linfa proveniente dal tumore. Gli studi eseguiti dimostrano che esso è predittivo dello stato linfonodale. In altre parole,se non presenta metastasi significa che nel 97% circa dei casi anche gli altri linfonodi saranno negativi, quindi è perfettamente inutile, se non dannoso, asportarli.

Tutte le pazienti vengono informate in modo dettagliato sul tipo di intervento a cui verranno sottoposte.

Tale strategia è condivisa dal chirurgo senologo, nell’ambito di una riunione multidisciplinare, con tutte le professionalità coinvolte nel percorso terapeutico della paziente (oncologo, radioterapista, chirurgo plastico, radiologo, psicologo, etc).

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