Ansia da prestazione, come combatterla?

L’ansia da prestazione è una forma specifica di “ansia di stato”, ossia un insieme di risposte fisiologiche, cognitive e comportamentali, che tendono a presentarsi in un preciso momento, davanti ad una determinata situazione in cui, per esempio, ci si aspetta di dover raggiungere un obiettivo o un risultato che percepiamo difficile o impossibile da realizzare.

Le persone che soffrono di ansia da prestazione possono preoccuparsi di fallire un compito ancor prima che sia iniziato, e credere che il fallimento si tradurrà in umiliazione o rifiuto, nella vita, nel lavoro o durante un rapporto sessuale.

Ne abbiamo parlato con il dott. Andrea Ronconi, sessuologo e psicoterapeuta di coppia all’ambulatorio Humanitas Medical Care Milano De Angeli e specialista del Centro di Sessuologia Medical Care, che ci spiega come può essere riconosciuto e affrontato questo fenomeno che può essere vissuto sia dai single che in coppia.

Come si manifesta l’ansia da prestazione?

Molte persone cercano di affrontare la propria ansia da prestazione attivando dei meccanismi di difesa che spesso vengono scambiati per eccessiva timidezza, quando in realtà la persona manifesta un senso di vulnerabilità, insicurezza e ansia, che possono essere molto più intense e rappresentare un importante disagio, sia a livello emotivo che relazionale.

Queste persone spesso attuano delle scelte di vita differenti rispetto a quelle che le renderebbero felici, proprio per non dover affrontare questi stati d’ansia. Può essere un percorso scolastico o una carriera che per esempio non li esponga all’osservazione e alla valutazione degli altri, come parlare in pubblico.

Così facendo, tuttavia, queste persone riusciranno sì ad evitare di vivere momenti che possano metterli a disagio ma allo stesso tempo, avranno spesso dei rimpianti per il modo in cui hanno cercato di controllare la propria paura: selezionando “al ribasso” le proprie scelte di vita.

Nei casi in cui l’ansia da prestazione è meno invalidante, le persone riescono a non farsi condizionare dalla paura nelle scelte di vita e di carriera, ma si attivano comunque ad evitare determinate situazioni, come una presentazione di lavoro, o eventi sociali e di gruppo.

Si tratta di persone che cercano di mantenere segreta la loro ansia, cercando di giustificare le proprie scelte con spiegazioni che distolgono l’attenzione dal motivo reale, continuando però a sentirsi insicure.

Questa insicurezza, nel tempo, può presentarsi sotto forma di preoccupazioni che tornano nella loro mente con una frequenza importante, nonostante debbano solo raramente esporsi a queste situazioni che li rendono insicuri. L’angoscia e la paura di dover solo pensare di affrontare una determinata situazione in futuro, può portare alla cosiddetta ansia anticipatoria.

Cos’è l’ansia anticipatoria?

È un tipo di ansia caratterizzata da un’espressione più cognitiva che fisiologica (a differenza dell’ansia da prestazione in senso stretto) che si manifesta con un senso di apprensione e preoccupazione per il pensiero di qualcosa che dovremo fronteggiare per esempio: in ambito lavorativo, personale o sessuale.

Che effetto ha l’ansia da prestazione sessuale sugli uomini?

Non è possibile essere estremamente ansiosi e sessualmente eccitati allo stesso tempo, perché la mente e il corpo funzionano in maniera interdipendente.

Alcuni uomini possono apparire (ed essere) sicuri di sé in molti ambiti, riuscire a risolvere i problemi, gestire situazioni “impossibili” ma, allo stesso tempo, sentirsi sessualmente vulnerabili e insicuri, e questo può incidere enormemente sulla loro sfera psicologica e di coppia.

Quando si ha una bassa fiducia in sé stessi, e le relazioni affettive sono importanti, gli uomini sono pronti ad accettare convinzioni negative anche quando non ci sono prove che dopo un insuccesso, la successiva prestazione sessuale potrà andare male.

Per esempio, un uomo che ha dubbi sulle proprie capacità di portare a termine un rapporto sessuale, può pensare che la mancanza di interesse sessuale verso qualcuno che gli amici trovano attraente, sia il segno che ci sia qualcosa di sbagliato in lui, piuttosto che una questione di gusto personale.

Spesso, chi vive un forte senso di ansia da prestazione sessuale e poi di ansia anticipatoria arriva a evitare così tanto determinate situazioni o persone, da inibire il proprio istinto: non si può avere un grande desiderio per un’esperienza sessuale se riteniamo che vada male a prescindere dal nostro “impegno”. 

L’abbassamento del desiderio sessuale e il conseguente allontanamento dai rapporti, può portare alcuni uomini, specie quelli più giovani o alle prime esperienze, a sviluppare persino dei dubbi sul proprio orientamento sessuale.

Quando un uomo con ansia da prestazione riesce comunque a iniziare un rapporto sessuale può vivere un fenomeno chiamato “spectatoring”, durante il quale è come se l’uomo guardasse da fuori sé stesso (con l’immaginazione), esaminando esclusivamente il suo successo, spesso preoccupandosi anche per il soddisfacimento del partner. Questo fenomeno contribuisce a far perdere il contatto con i suoi cambiamenti fisiologici durante il rapporto sessuale, come per esempio le sensazioni corporee, inibendo il piacere è il libero coinvolgimento nel darlo e nel riceverlo. Questi uomini sono troppo preoccupati a mantenere l’erezione e/o di durare abbastanza prima di eiaculare, concentrandosi unicamente sulla prestazione, l’erezione e l’orgasmo, che non pensano a nient’altro.

Anche le credenze sociali possono aggravare l’ansia da prestazione sessuale. Il fatto di credere che gli uomini siano sempre pronti, disposti e in grado di funzionare sessualmente, può contribuire all’ansia da prestazione.

Parlarne con il sessuologo psicoterapeuta può essere di grande aiuto in queste circostanze.

Quando rivolgersi al sessuologo psicoterapeuta?

Ogni qualvolta l’ansia da prestazione sessuale e quella anticipatoria sembra essere una delle cause determinanti le problematiche legate alla sessualità individuale e di coppia. 

In cosa consiste la terapia per l’ansia da prestazione?

Non credo sia corretto parlare di ‘terapia’ perché l’ansia da prestazione sessuale possiamo averla tutti. Diventa un problema quando predispone, mantiene e aggrava la fruizione di un rapporto sessuale considerato dalla persona e da entrambi i partner di un coppia come ‘soddisfacente’. 

Tuttavia, sia che sia una forma di ansia patologica, sia che sia una forma di ansia che possiamo avere tutti, e che può mettere in crisi sia il singolo che la coppia, è utile una buona gestione clinica specialistica.

Quante sedute sono necessarie?

Il numero delle sedute dipende da diversi fattori, faccio alcuni esempi: da quanto tempo c’è il problema, quante volte si manifesta, come e quanto impatta sulla qualità della vita individuale e/o di coppia di una persona, cosa ha fatto la persona per risolverla spontaneamente fino ad oggi, dalla motivazione per dalle aspettative nell’affrontarla, ecc. Comunque, nel rispetto delle differenze individuali e di coppia di ciascuno, e di tutte le eccezioni possibili, 12 incontri con un sessuologo psicoterapeuta potrebbero essere sufficienti.

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