La dislessia oggi

Il termine dislessia richiama spesso una faticosa lotta con la lettura. Si tratta di un disturbo dell’apprendimento che in Italia mette in difficoltà circa il 3,5% della popolazione.

La dislessia, insieme alla disgrafia, disortografia e discalculia, è inclusa nella categoria nosografica dei Disturbi Specifici di Apprendimento, meglio noti come DSA.

Nonostante la complessità e la molteplicità di questa particolare categoria diagnostica, si è giunti, dopo anni di studi, a un accordo in ambito scientifico su numerose questioni cliniche. È stata data una precisa definizione a questa categoria, riconoscendone la natura neurobiologica e l’eterogeneità dei profili funzionali ed evolutivi.

Questi, infatti, si manifestano in soggetti con capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali.

Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Marcella Mauro, Psicologa e Coordinatrice dell’ambulatorio di Neuropsicologia dell’Apprendimento di Humanitas Medical Care in via Domodossola, Milano.

Come si manifesta la dislessia?

Nello specifico, la dislessia si manifesta con una difficoltà nella correttezza e/o nella rapidità della lettura. È definito come un disturbo di automatizzazione delle procedure di transcodifica dei segni scritti e si manifesta all’inizio della scolarizzazione in soggetti che non presentano deficit neurologici, sensoriali o cognitivi a cui imputare tali difficoltà.

Occorre ricordare che durante lo sviluppo, l’automatizzazione dei processi di transcodifica si realizza in tempi molto brevi (già nel secondo anno di scuola primaria), soprattutto per i bambini che devono apprendere una lingua regolare e trasparente come quella italiana. Nei dislessici, invece, è più tardiva poiché permane il deficit di automatizzazione. Studi genetici indicano che la causa del disturbo va ricercata in sottili alterazioni costituzionali di specifiche aree corticali deputate all’elaborazione degli stimoli visivi e linguistici collegati alla lettura. Tuttavia, accanto ai fattori genetici, anche i fattori ambientali possono esacerbare la comparsa del disturbo.

Campanelli d’allarme della dislessia

La dislessia può essere sospettata nei seguenti casi:

  • In lettura e scrittura inversione di lettere e numeri ( 21-12), sostituzione di lettere ( f/v, m/n, a/e, p/q), omissioni, aggiunte di lettere, parole, numeri.
  • Lento e/o scorretto nella lettura, fatica nella comprensione del testo.
  • Lateralità non definita (per esempio, ambidestro).
  • Difficoltà a imparare tabelline, l’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno.
  • Confusione nei rapporti spazio-temporali (destra/sinistra; ieri/domani).
  • Possibili difficoltà in alcune abilità motorie (allacciarsi stringhe delle scarpe o bottoni).
  • Fatica nell’attenzione e nella memoria.
  • Particolari eccellenze in materie quali disegno, musica, sport, costruzioni.

Che cosa sono la disgrafia, disortografia e discalculia?

La disgrafia è un disturbo specifico di scrittura che si manifesta con una difficoltà nella realizzazione grafica. Le procedure standardizzate disponibili riguardano la velocità della scrittura e la valutazione dei parametri del grafismo (leggibilità della scrittura).

La disortografia è un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica. Il soggetto disortografico compie errori quali omissioni, sostituzioni, inversioni di lettera o sillaba, errori di separazione o fusione delle parole.

La discalculia è un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri. Dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia possono presentarsi isolatamente o, nella maggior parte dei casi, raggruppate.

Quando si manifestano i primi segnali della dislessia?

Il momento in cui si manifestano le prime difficoltà legate alla dislessia di solito coincide con l’ingresso a scuola. Tuttavia, esse possono emergere, in modo più evidente, anche successivamente, quando, con l’avanzare della scolarizzazione, aumentano le richieste prestazionali sul piano della letto-scrittura e del calcolo.

L’evoluzione nel tempo della dislessia non è facilmente prevedibile. Ogni individuo segue un suo percorso di sviluppo che è influenzato da molteplici fattori che possono migliorare o peggiorare l’espressività. Tra questi vi sono il profilo cognitivo, la gravità del disturbo, l’adeguatezza degli ambienti (scuola e famiglia), la capacità di resilienza che può favorire lo sviluppo di vie di compensazione sia dal punto di vista psicologico sia funzionale.

A tale proposito, molti studi dimostrano come il cervello abbia un potenziale di compensazione grandissimo. Ciò che non può fare un neurone o una certa area cerebrale, può imparare a farlo un’altra aerea. Nei bambini questa capacità è straordinaria.

Un’attenta valutazione e un intervento precoce possono inoltre non solo ridurre l’espressività delle difficoltà scolastiche ma anche le implicazioni psicologiche. Tutti gli alunni con DSA vivono un’esperienza di inadeguatezza rispetto alle aspettative altrui, in quanto sono sottoposti spesso a un maggior carico di lavoro e quindi a frustrazioni e insuccessi. Nel concreto, questo si traduce in scarsa autostima, svogliatezza, manifestazioni psicosomatiche, disturbo d’ansia, disinvestimento nei confronti della scuola, abbandono scolastico.

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