Regali di Natale. Come scegliere quello giusto?

Mancano pochissimi giorni al Natale, ma per le strade si vedono ancora tante persone correre da un negozio all’altro alla ricerca degli ultimi regali da fare. Un regalo può dire molto di chi lo compra e di cosa, quest’ultimo, pensa del destinatario; per questo motivo è importante sceglierlo con cautela, senza fretta.

Ne ha parlato la dott.ssa Elena Campanini, psicologa e psicoterapeuta presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Monza e specialista del centro Psico Medical Care di Humanitas.

Come evitare di comprare il regalo sbagliato?

Quando usciamo per comprare un regalo, spesso le prime domande che ci facciamo sono: “Cosa potrebbe servire o far piacere a quella persona?”. Eppure, non sempre la risposta che ci diamo corrisponde alla realtà. Spesso, infatti, tendiamo ad interpretare erroneamente il bisogno dell’altro, o di perdere di vista, senza volerlo, la persona e le sue caratteristiche, dando più spazio a quello che vogliamo comunicare di noi, piuttosto  che a ciò che l’altro potrebbe desiderare. Per questo, a volte, finiamo per fare o ricevere regali che non ci servono e di cui non sappiamo cosa farne.

È  bene per questo di non andar troppo sul personale, specie quando non si conosce bene il destinatario o di non andare a comprare i regali quando siamo preoccupati da altro o troppo concentrati su noi stessi; questa condizione non è certo quella ottimale per vedere con chiarezza chi riceverà il nostro regalo, i suoi bisogni, i suoi gusti e quello che potrebbe desiderare.

Come scegliere il regalo giusto?

Il regalo è di fatto un oggetto che viene investito di un significato affettivo e che dice molto della relazione che intercorre fra il mittente e il destinatario. Il regalo porta con sé quel “non so che” da cui è possibile cogliere il “clima emotivo” di come è stato fatto. Si può scorgere affetto, amore, fretta, non curanza o addirittura se sia un regalo riciclato. Vi può essere anche l’impronta di noi stessi, una sorta di “firma”, caricando quel regalo non solo della rappresentazione dell’idea che abbiamo di quella persona, ma anche di ciò che vogliamo mostrare di noi stessi. In questi casi il rischio di fare un “flop” è alto, poiché l’altro, quello a cui il regalo sarebbe indirizzato, rischia di essere perso di vista. Di fatto il regalo è, o dovrebbe essere, un gioco di empatia: mettersi nei panni di coloro ai quali i regali saranno indirizzati, per coglierne meglio gusti, interessi,… e bisogni, senza perdere di vista però che è un “come se”. (mi metto nei panni dell’altro senza dimenticare che io sono altro).

La smania invece di cercare ad ogni costo il regalo perfetto può nascondere insicurezza e preoccupazione di essere mal giudicati.  Altre volte questo può essere il segno di voler far arrivare, attraverso il regalo, un’immagine perfetta di sé, esibendo l’abilità di fare l’acquisto giusto (spesso spendendo una fortuna o comperando regali meramente, e talvolta malamente appariscenti) con la sola preoccupazione per sé stessi e non il desiderio di donare all’altro qualcosa che possa essere di suo gusto. Rimanendo più orientati su sé stessi che su chi lo riceverà, sarà  difficile arrivare a fare il regalo giusto e quindi gradito.

Perché ad alcune persone sembra che i regali non piacciano?

I motivi possono essere diversi. Talvolta si può sentire di non meritarseli. Tutti siamo cresciuti con il precetto dei regali come premi meritati e certe tracce possono rimanere a dispetto dell’età e del tempo. Il regalo inoltre, essendo un oggetto che transita all’interno di una relazione tra due persone come veicolo di sentimenti, può essere percepito come un elemento affatto anonimo che entra nello spazio personale considerato non per tutti. Chi riceve il regalo potrebbe volerlo proteggere da intrusioni e quindi essere restio sia a fare che a ricevere regali; infine il regalo può mettere a disagio e far sentire in imbarazzo, perché può generare delle aspettative, fa sentire costretti a contraccambiare, riducendo così il gesto del donare a poco più che uno scambio di merce.

Che differenza c’è tra dono e regalo?

Come si diceva, il regalo può implicare l’idea di dover “contraccambiare”. È quasi sempre inteso come un bene materiale e non necessariamente porta con sé significati affettivi.

Il dono al contrario  è un atto di vero altruismo. È qualcosa che non ha necessariamente un valore pecuniario;  è dare senza volere nulla in cambio; pensate, per esempio, al gesto di “donare il sangue”. È qualcosa che si possiede e non si acquista, che ha un forte valore simbolico e affettivo, ma non necessariamente economico e non genera l’ansia di dover contraccambiare, se non quella di un grazie di riconoscenza.

Puntare sulle piccole cose, non solo in virtù di una festa altamente simbolica, ma anche del momento socio-economico che stiamo vivendo, potrebbe essere la scelta perfetta, non solo per evitare di riempire le nostre case di oggetti inutili,  ma anche per riscoprire il valore profondo che può racchiudere un piccolo dono.

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Psicologo Elena Campanini
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